Monday, May 22, 2006

barcellona


Lettera ad un'amica in partenza per Barcellona.
Rapidi consigli.

"A Barcellona ci si innamora, è inevitabile. Di Gaudì e delle sue creazioni innanzitutto. Lo si inserisce nel Modernismo, caratteristica di Barcellona, ma fa storia a sé. Vedrai la Sacrada Famiglia, che fa impressione anche a chi è abituato alle mille chiese di Roma. Ho letto di un “gotico mediterraneo” per definirne lo stile, e quando vedrai le guglie, magari ti sembrerà possibile un simile accostamento. Ho perfino letto chissà dove che le costruzioni di Gaudì ricordano la geometria frattale piuttosto che quella euclidea tradizionale . Ma siccome non so granchè di cosa sia un frattale , mi limito a buttarla lì…
E poi la Casa Battlò e coi suoi balconi, la Casa Mila, detta Pedrera, coi suoi tetti marziani, sul Paseo De Gracia – a cento metri una dall’altra.. Cerca di passarci davanti anche di notte, perché sia la Sacrada che le case hanno un fascino con le luci di giorno e un altro con l’illuminazione di notte. E il Parc Guell. Magia di Gaudì.Ci si fa un mazzotanto per arrivarci, in quanto passi necessariamente per mille scalini o salitoni stroncaintenzioni, ma vale da solo il viaggio a Barcellona. Le colonne del giardino e quelle della balconata, con le decorazioni mosaicate… Gaudì era un genio.
E poi ci s’innamora della Rambla .Dei suoi colori, della vita che si libera, perfino del mercato (un po’ selvaggio) dei pappagalli che la colora. Popolata giorno e notte di artisti di strada, soprattutto mimi di cui qualcuno veramente bravo. Chissà se ci sono ancora il Draghetto e L'angioletto... Guardando verso il mare, sul lato destro c’è il mercato al coperto che si chiama “Boqueria”, un trionfo di colori e gastronomia. Fai caso a metà della Rambla al “mosaico” di Mirò. ( Ce ne sono un po’ di piccole opere d’arte seminate per Barcellona, per esempio una scultura di Botèro in aeroporto...) Fatte le premesse, tiriamo innanzi.
Non è difficile capire come è fatto il centro. C’è una via principale, la Rambla, che parte da Plaza Catatalunya e arriva al mare. A lato, sulla destra il malfamato Barrio Chino, sulla sinistra lo spettacolare Barrio Gotico. Alle spalle di Plaza Catatalunya c’è il Paseo di Gracia, via dello shopping e di due case di Gaudì. Questa è la base per orientarsi. Sulla Rambla si apre il Barrio Gotico, quartiere fatto di stradine e violetti, archi e balconcini. E la cattedrale, di cui è bello soprattutto il chiostro. Però l’ultima volta che ci sono stato, a marzo, c’erano i lavori e non si vedeva gnente. Il sabato e la domenica capita di vedere gente sul piazzale antistante che si tiene per mano e balla la “Sardana”, danza tipica dei Catalani, popolo orgogliosissimo e attaccato alle tradizioni.
Nel Barrio Gotico passerai sicuramente per la Plaza Reyal… occhio ai lampioncini disegnati da Gaudì! E poi, sempre nel Barrio Gotico, vai a vedere, almeno da fuori, il Palau de la Musica (Saint Pere Mes Alt è l’indirizzo). Dentro non sono mai stato, ma deve essere un capolavoro. Se puoi, cerca per una colazione nel Barrio Gotico il Quatra Gats (calle Montsio 5), storico locale (bar) del Modernismo, cenacolo letterario di Picasso, degli esponenti del Modernismo, di Mirò …
Il mare, poi. Non è un granchè, ma non è Ostia. Una passeggiata al porto olimpico merita. Lì è interessante vedere cosa è sorto negli ultimi 15 anni. Può piacere o meno l’attuale concezione commercialmente orientata ma prima c’era il nulla. Una barriera di cantieri e fabbriche abbandonate che impediva l’accesso al mare. Con i lavori per le Olimpiadi (ad ogni occasione, Expo, Olimpiadi…Barcellona s’è sempre rifatta il trucco) del 1992, Barcellona ha restituito il mare ai cittadini Pensa se una cosa del genere succedesse a Napoli… Sul mare spicca il grosso complesso commerciale del Mare Magnum. Dentro c’è di tutto, venti cinema, discoteche iper affollate, ristoranti, acquario… a me non piace un posto del genere, ma potrebbe far parte di una full immersion nella realtà locale. Distaccato dal centro storico strettamente inteso, c’è il quartiere di Gracia. Equivale al nostro San Lorenzo o Testaccio. Va bene per cercar locali o passeggiate senza meta. Usa la metro, si arriva ovunque. Anche il taxi non è caro. Anzi, la notte, quando rincasi ubriaca , te lo consiglio proprio. In due tre persone poi è regalato. Per mangiare ti consiglio di provare a “La Fonda”, che sta in Carrer Escudellers, 10. Quando starai lì capirai che non è difficile trovarla. Sta in una traversa della Rambla, all’altezza della Plaza Reyal. C’è sempre fila, ma scorre, in un quarto d’ora si entra. Si spende sui 20 euri (anche meno, pure se il posto sembra fighetto), ma ti mangi una buona paella. Quella al nero di seppia (si chiama arroz negro) è da paura. E anche calamari e quant’altro di buono la Catalogna offre. Ah, non ti perdere il prosciutto in Spagna, il “Jamon Iberico” è superiore, altro che Parma e San Daniele. Infatti costa. Nutriti di Tapas , che sono “assaggini”, di vario genere e dimensioni per le quali non si spende troppo. Innaffia tutto con una (o più) “copa de Rioja ”, vino rosso spagnolo un pò fruttato ( si può paragonare per popolarità al nostro Chianti)
I museiiii... pensavo al magna magna e me li sò scordati
Premesso che non ho visto Picasso, io ti consiglierei la Fondaciòn Mirò e il Museo del Modernismo. Riflettono i contenuti della città.
Difetti di Barcellona: è sporca, spesso maleodorante. E poi dicono che sia un po’ pericolosa. Io, nei due mesi che ci ho passato (a più riprese), non ho mai avuto problemi.
Che altro dirti… non salire sui leoni della statua di Colombo per farti la foto…! Più che improvvisarmi guida, spero di averti trasmesso un po’ di voglia di partire… Ciao "

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