Tuesday, August 29, 2006

Vecchioni e il problema non è...


Il professor Vecchioni assegna spesso un tema ricorrente alla sua penna.
Il Grande Tema, l’altra faccia della vita, la partenza finale,
la carezza fredda della muerte ... per dirla tutta.
“Samarcanda”, “Tommy”, "Viola d'inverno", “Blue Moon”, “Per un vecchio bambino”... ne sono alcune.

A me piace particolarmente questa “Alla stazione di Zima” , forse ispirata ad un omonima raccolta del poeta russo Evtusenko – yesss, my friends, this google’s culture of course - forse perchè partecipo pienamente ad una delle affermazioni del dialogo con la presunta Entità Demiurga delle stelle di questa ridente località non credo balneare della Siberia...

“e cosi' sono lieto/di apprendere/che hai/fatto il cielo/e milioni/di stelle inutili/come un messaggio/per dimostrarmi/che esisti che/ci sei davvero/

ma vedi il problema/non e' che tu ci sia/o non ci sia/il problema/e' la mia vita/quando non sara'/piu' la mia..."

Oh, sto cazzo de settembre ancora deve arrivà e già s’insinua nei pensieri, quelli che generalmente si lasciano appesi ai cerchi di luce intorno lampioni quando ti accorgi che inizia a far buio prima.

C'e' un solo vaso di gerani dove
si ferma il treno
e un unico lampione
che si spegne
se lo guardi
e il piu' delle volte non
c'e' ad aspettarti
nessuno
perche' e' sempre
troppo presto
o troppo tardi
Non scendere mi dici
continua con me
questo viaggio
e cosi' sono lieto
di apprendere
che hai
fatto il cielo
e milioni
di stelle inutili
come un messaggio
per dimostrarmi
che esisti che
ci sei davvero
ma vedi il problema
non e' che tu ci sia
o non ci sia
il problema
e' la mia vita
quando non sara'piu' la mia
confusa
in un abbraccio
senza fine persa
nella
luce tua sublime
per ringraziarti
non so di
cosa e perche'
lasciami
questo sogno
disperato
di esser uomo
lasciami
questo orgoglio
smisurato
di esser
solo un uomo
perdonami Signore
ma io scendo qua
alla stazione
di Zima
Alla stazione
di Zima
qualche volta
c'e' il sole
e allora usciamo
tutti a guardarlo
e a tutti
viene in mente
che cantiamo
la stessa canzone
con altre parole
e che ci facciamo
male perche' non
ci capiamo niente
E il tempo non
s'innamora due volte
di uno stesso uomo
abbiamo
la consistenza
lieve delle foglie
ma ci teniamola notte per mano
stretti
fino all'abbandono
per non morire
da soli
quando il vento
ci coglie
perche' vedi
l'importante non e'che tu ci sia
o non ci sia
l'importante
e' la mia vita
finche' sara' la mia
con te Signore
e' tutto cosi'
grande cosi'spaventosamente
grande che non
e' mio non fa per me
Guardami io so amare
soltanto
come un uomo
guardami
a malapena ti sento
e tu sai dove sono
ti aspetto
qui
Signore
quando ti va
alla stazione
di Zima

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