Friday, October 13, 2006

chi si vede...


C’era una volta nù criaturo, che nò, non era nato niro, era nato e basta, questo ci importa, e siccome lo fece negli anni 70 trascorse un’intera infanzia figlio del boom economico, ovvero non è che era ricco ma teneva la famiglia alle spalle, partecipava alla scolarizzazione, crebbe, crescette, mise su peli superflui, ma tutto sommato di lui si poteva dire che chill’ era nu bravu guaglione. Alla fine delle elementari poi le maestre ci tiravano le lodi in fronte, insomma si presentava bene, metteva abiti puliti, socializzava stando alle regole e gli zii ci facevano gli auguri a larghi sorrisi. C’erano anche le nonne e forse loro più degli altri lo immaginavano in prospettiva, come se dietro quella distanza di età che rende impossibile il parallelismo loro volessero vedere oltre, vederlo domani e immaginarlo dopodomani come se lo vedessero, come se ci fosse già tutto l’uomo intorno.
Poi si cresce di più e siccome sembra che tutto è possibile, si fanno milioni di altre cose, spesso stridenti rispetto a quelle traiettorie di prospettive che il bimbo di prima avrebbe dovuto imboccare, si hanno le vene giovani, e pensi che un’età si è chiusa e un’altra si è aperta, con tutte le stratificazioni stagnee che danno ai ricordi il posto di una fotografia e del ti ricordi quando...
Poi ad un certo punto si arriva ancora più avanti, ti scopri che attraversi un ponte mentre tramonta
oh cazzo...
ma non era già tutto qui, a parte il fatto che devono arrivare i capelli bianchi e qualche venatura su questo tronchetto di ulivo, qualche accumulo di stanchezza su queste quattro ossa?
O c’è altro...
All’improvviso, di tanto che mi corrispondeva nei pomeriggi del doposcuola a casa, ne ritrovo altrettanto, son sempre io qualcosa in meno, qualcosa in più ...
ho dieci anni, vent’anni, trent’anni, tutti qui, appassionatamente.
E non è una fotografia, è proprio lo stesso sangue.
Ritorna come una filastrocca. O come il tempo nelle parole delle nonne.


Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò
E venne il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto,
che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne l'acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il toro, che bevve l'acqua, che spense il fuoco,
che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il macellaio, che uccise il toro, che bevve l'acqua,
che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E l'angelo della morte, sul macellaio, che uccise il toro, che bevve l'acqua,
che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E infine il Signore, sull'angelo della morte, sul macellaio,
che uccise il toro, che bevve l'acqua, che spense il fuoco,
che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto,
che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò

4 Comments:

Anonymous Anonymous said...

povero bonifacio....

13/10/06 9:35 AM  
Anonymous Anonymous said...

Dicono che c'è un tempo

per seminare

e uno che hai voglia

ad aspettare

un tempo sognato che viene

di notte

e un altro di giorno teso

come un lino a sventolare



c'è un tempo negato

e uno segreto

un tempo distante

che è roba degli altri

un momento che era meglio partire

e quella volta che noi due

era meglio parlarci





c'è un tempo perfetto

per fare silenzio

guardare il passaggio del sole

d'estate

e saper raccontare

ai nostri bambini quando

è l'ora muta delle fate



c'è un giorno

che ci siamo perduti


come smarrire un anello

in un prato

e c'era tutto un programma

futuro

che non abbiamo avverato

è tempo che sfugge

niente paura

che prima o poi ci riprende

perchè c'è tempo c'è tempo

c'è tempo

c'è tempo

per questo mare infinito di gente



Dio è proprio tanto che piove

e da un anno non torno

da mezz'ora sono quì arruffato

dentro una sala d'aspetto

di un treno che non viene

non essere gelosa di me

non essere gelosa mai di me



c'è un tempo d'aspetto come dicevo

qualcosa di buono che verrà

un attimo fotografato, dipinto segnato

e quello dopo perduto via

senza nemmeno voler sapere

come sarebbe stata la sua fotografia



c'è un tempo bellissimo

tutto sudato

una stagione ribelle

l'istante in cui scocca un unica freccia

che arriva alla volta celeste

e trafigge le stelle

è un giorno che tutta la gente si tende la mano



è il medesimo istante per tutti

che sarà benedetto, io credo,

da molto lontano



è il tempo che è finalmente

o quando si capisce

un tempo in cui

mi vedrai

accanto a te

nuovamente

mano nella mano

che buffi saremo

se non ci avranno nemmeno

avvisato



dicono che c'è un tempo

per seminare

e uno più lungo per aspettare

io dico che c'era un tempo

sognato

che bisognava sognare

A.
;***

13/10/06 1:43 PM  
Anonymous Anonymous said...

se io sono una rarità, tu sei proprio unico.
Un baciotto pà...

16/10/06 5:20 AM  
Anonymous Anonymous said...

suona bene
con una punta di malinconia
ma serve anche quella
anche quando quello che ti dicono per quanto possa essere buono e dolce serve a poco

17/10/06 4:00 AM  

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