Thursday, June 22, 2006

ti racconterò...


Piccole storie coi minuti contati, piccoli protagonisti, quasi incolli di racconti libreschi, provincia adriatica e personaggi da nibbio e griso, fenditure aperte come capoversi a colpi di chitarra, lampi tra le righe, ivangraziani lo leggo e sfoglio storie di doganieri, lupi e signore che no, suo figlio non lo conoscevo, liquori maledetti e disegni buttati giù da ponte vecchio, giochini contati ad uno ad uno sui sedili posteriori, ragazze dagli occhi grandi e le tue idee, ivette senza tette, isabella sul treno, il treno a 140 all’ora, ragazzi venti giorni in fuga e nemmeno un appello per radio, illusi, romantici e fessi. O costretti dal destino a rimbalzare insieme sul tetto di una stanza, come una palla di gomma, quando ormai è chiaro che non si ambisce più al cielo.

Palla di gomma

Ora tocca a te avere gli occhi più bassi
sei caduta anche tu
tornando svelta sui tuoi passi.
Dimmi dov’è finito il tuo sorriso sfacciato?
Io almeno non ho mai bluffato...
Palla di gomma, come me,
contro il cielo dentro i muri di una stanza
palla di gomma mi hai chiamato
per ogni volta che io ho rimbalzato.
Mi conosci bene, ti conosco bene
troppo tempo insieme.

O sorellina, sorellina mia
la tua innocenza era una bugia
e adesso che sei scivolata giù
la suora bianca non esiste più
cattiva imprevedibilmente strana
sei diventata forse un po’ più umana
e questa rabbia che ci tiene insieme
ci lega più di un fascio di catene.
Mi conosci, ti conosco bene
ritorneremo insieme.

Il cielo è gonfio, stanotte pioverà
sui campi fuori di città.
Dietro un portone i bambini giocano
tirando calci ad un pallone
palla di gomma puoi tornare
quando hai smesso di rimbalzare
non dico per l’eternità
per noi non sarebbe più normale.
Mi conosci, ti conosco bene torneremo insieme

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