il Terrone Dentro
Di romani che sono nati a Roma e ivi risiedono cumulando discendenza settegenerazionale non ce ne sono tanti. Ma senza ascendere così indietro, che sette generazioni saranno i tempi della Rivoluzione Francese, e all’epoca a Roma c’erano solo Sordi Marchese del Grillo, Montesano Conte Tacchia, Manfredi Pasquino e Andreotti Andreotti, pure di tre generazioni si fa fatica a patentarsi SPQR.
Molti custodiamo un Terrone dentro.
Dagli Appennini a Casalbruciato il Terrone si è allargato, dignitosamente o meno s’è integrato, è andato a riempire gli spazi di dove una volta era tutta campagna e ha imparato a dì ammazzate òh.
Ed il Terrone che mi porto dentro (che poi si prende tutto anche il caffè), quando passa e spassa per le realtà di provenienza, si trova a dire: ma tu come ci vivresti qui, se avessi lavoro?
E vedi le statali riempite di negozi troppo vistosi per essere seri, insegne che rivendicano “complementi d’arredo” e “pizzaioli emigrati”, venditori di broccoli neri, carciofi arrostiti e cicoria capata su bancarelle secolari, fabbriche Siemens chiuse con resti di rivendicazioni disperate appese ai muri, carceri coi pezzi di vetro in cima per dissuadere gli evasori, moderni palazzetti coi centri commerciali castellettiformi accanto a case crepate, campi nomadi che in confronto quello sulla Laurentina è un bed&breakfast per turisti, e uno sciamare di gente che si chiama e si parla, e gioca a tresette ind’o bar.
E poi parlo con mia cugina che se sposa, e naturalmente ha dieci anni meno de me, e mi parla di quanto patrimonio familiare dedicherà all’evento, cioè lei non mi parla di soldi, mai, ma del viaggio di nozze polinesico, del vestito che sognava da anni di quel tale stilista, dei fiori, del ristorante dove si mangia bene …
e allora pure a me mi si sveglia il terrone e mi viene da pensare, che sì cazzo… anch’io se sarà vorrò il matrimonio alla Underground, vaffanculo a veltroni e al suo funzionario burocrate, voglio la scenografia della chiesa coll’organo i parenti che piangono e le buste coi soldi, duecento invitati ubriachi, un gruppo beat ed uno folk, dodici antipasti come Vecchioni, nessuna guarnizione di insalatine ma serie pietanze fritte nello strutto …
…il cantante neomelodico però no… forse per quello non sono abbastanza terrone…
:)
Vivere non è difficile potendo poi rinascere
cambierei molte cose un po' di leggerezza e di stupidità.
Fingere tu riesci a fingere
quando ti trovi accanto a me mi dai sempre ragione
e avrei voglia di dirti ch' è meglio se sto solo...
Ma l' animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai
si prende tutto anche il caffè
mi rende schiavo delle mie passioni
e non si arrende mai e non sa attendere
e l' animale che mi porto dentro vuole te.
Dentro me segni di fuoco
è l'acqua che li spegne
se vuoi farli bruciare
tu lasciali nell' aria oppure sulla terra
8 Comments:
Devo finir di colorare il mondo che vorrei abitare
Un giorno, che piove, disegnerò sale
Con l'acqua del cielo mi farò il mare
Nascerà la sabbia per farci un altare
dove solo gli amici ci verranno a sposare.
Luna piena di gomma e falò
Con la faccia da mostro ti abbraccerò
Poi disegnerò una casa che sia grande da abitare
... che da davanti viene male.
Femo il tempo
e il disegno dirà
... baciami
buuuuaaahhhhhh
io mi emozionoooooooo ;-(
ai matrimoniiiii
che belli che siete e e e e ;-)
il bouquet è mio peròòòòòò
-cz, già ce l'ho io un bouquet. vabbé, du gust is megl che uan..hai visto mai...-
SibelSposa
Quando si tratta di matrimoni tutto il mio sangue terrone emerge!
oh io voglio essere invitata eh. Almeno 12 antipasti li ho assicurati:)
smackkkkkkkkk
auguros
;)
A.
...e con gli stavizi alimentari natalizi Laura è divemtata ancora più un canotto?
stavizien alimentaren al massimo fanno divemtare tua faccia come campo di kolf...
defe essere tanto ke non federe...orkanizza tu quanto prima,yavol?!
Auf Wiedersehen
mi evoca un pò questo:
http://redgolpe.com/radici.jpg
che a sua volta mi fa pensare all'interno della copertina di "Anime salve"...
un pò in tema un pò no...
Francesco Guccini
Radici
La casa sul confine della sera
oscura e silenziosa se ne sta,
respiri un' aria limpida e leggera
e senti voci forse di altra età,
e senti voci forse di altra età...
La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l'anima che hai,
se vuoi capire l'anima che hai...
Quanti tempi e quante vite sono scivolate via da te,
come il fiume che ti passa attorno,
tu che hai visto nascere e morire gli antenati miei,
lentamente, giorno dopo giorno
ed io, l'ultimo, ti chiedo se conosci in me
qualche segno, qualche traccia di ogni vita
o se solamente io ricerco in te
risposta ad ogni cosa non capita,
risposta ad ogni cosa non capita...
Ma è inutile cercare le parole,
la pietra antica non emette suono
o parla come il mondo e come il sole,
parole troppo grandi per un uomo,
parole troppo grandi per un uomo...
E te li senti dentro quei legami,
i riti antichi e i miti del passato
e te li senti dentro come mani,
ma non comprendi più il significato,
ma non comprendi più il significato...
Ma che senso esiste in ciò che è nato dentro ai muri tuoi,
tutto è morto e nessuno ha mai saputo
o solamente non ha senso chiedersi,
io più mi chiedo e meno ho conosciuto.
Ed io, l'ultimo, ti chiedo se così sarà
per un altro dopo che vorrà capire
e se l'altro dopo qui troverà
il solito silenzio senza fine,
il solito silenzio senza fine...
La casa è come un punto di memoria,
le tue radici danno la saggezza
e proprio questa è forse la risposta
e provi un grande senso di dolcezza,
e provi un grande senso di dolcezza...
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