Friday, February 23, 2007

Once Upon Luneur

foto Giulio N.

Per me che son cresciuto tra eur e laurentina, apprendere che il Luneur va trasformandosi in un moderno Parco del Divertimento, con biglietto unico e attrazioni contemporanee ed eventuali, è un po’ come parlare di un pezzo di roma smarrita ad un pizzicarolo de Trastevere…
Son le rapide archeologie di noi immigrati di seconda/terza generazione, quelli stanziati oltre le mura aureliane in quartieri inesistenti quando nacquero i nonni.

Baby Luneur

Erano giornate di sole e fantasie carrellate, ricchi premi e pesci rossi, quando Zio mi portava bimbo al Luneur e io lo sceglievo come Zio Preferito. Tanto camminare, zuccheri filati, le ruspe per provare a vincere paraculosamente fantastici orologi, il mostro di Loccheness sul laghetto, tanto bastava… anche se proseguendo negli anni incantati ed elementari e diventando il Luneur tappa fissa di tutte le gite domenicali di chi veniva da fuori, perché a roma dovevi vedè colosseo, gianicolo e poi luneur, si aggiunsero Le Notti Orientali (col pupazzone del Baffone Turcomanno Codinato che divinava nella palla di vetro…), La Nave Pirata, Il Tunnel degli Specchi…
Particolarmente me/ducenti erano i giochi tipo lancia l’anelli sul birillo e vinci uno stereo da un milione, la corsa dei cavalli e l’ormai reliquale Tiro al Bersaglio. Crodini e Girandole, liquori mignon e bersagli forati: minimalismi&sorrisi, felicità pop.

Teen Luneur
Fu al principio delle scuole medie e nel centro esatto degli anni ottanta che il luneur m’apparve come un dietro-le-quinte diffuso.
Per la libertà di cui godevo, vi era un solo divieto, il luneur pomeridiano, dove io puntualmente mi recavo spesso&volentieri. E allora quelle attrazioni cambiarono: divennero le ragazze del Tagadà che coattamente mantenevano il centro della pista, divennero percorsi infiniti e gestori che te venivano a cercare incazzati nella Love Boat, divennero collette per le Montagne Russe, fai attenzione alla collanina, attento al portafoglio, checciai na sigaretta, se buttamo sul prato, anvedi quella, i videogame di Las Vegas… Alcuni personaggi li riconoscevi, stavano sempre là…ma c’era spazio pure per i giochi, eccome. Tenevano bene le Macchine a Scontro.
Ma era ben chiaro che al Luneur c’era tutta una vita di profondo sottobosco underground che andava ben oltre i bimbi del week-end, testimoniato dai tossici abitudinari ai bar, dalle comitive depositate dagli autobus di tutta roma (il 671 svuotava l’appia e il tuscolano under 16 verso l’eur ogni domenica, per esempio). E tutto un ballare sotto la Nave Pirata, Chery Chery Lady e A view to a kill me le ricordo bene, ma pure tanto unz unz e discospaghetti…

Last Luneur
Dopo tanti anni ci sono ritornato tre/quattr’anni fa, per accompagnare un amico per delle foto…
Alla fine era sempre lui, il Luneur, crogiuolo di fanciullesco e bullo, ai confini dell’hit parade.
Ma si vedeva chiaramente tra bimbi e genitori, giovini provinci in trasferta e coppiette al passeggio, una calata di zingaroni predatori, di slavi ubriachi dagli occhi rossi e cattivi, oltre alla solita teppa tutta nostrana…

Ora lo riqualificano, attraverso un biglietto all'ingresso che sarà de na ventina d'euro, più o meno.
E’ giusto così.
Ma un po’ mi dispiace.
“Dove vanno le anatre quando gela Central Park?” si chiedeva il Giovane Holden…
E i ragazzi quando fanno sega a scuola, senza luneur?


La settima luna, era quella del Luna Park

lo scimmione si aggirava, dalla giostra al Bar

mentre l'angelo di Dio bestemmiava

facendo sforzi di petto,

grandi muscoli e poca carne, povero angelo benedetto

La sesta luna, era quella di un disgraziato

che maledetto il giorno che era nato

ma rideva sempre,

da anni non vedeva le lenzuola e con le mani

con le mani sporche di carbone

toccava il culo a una signora e rideva e toccava

sembrava lui il padrone

La quinta luna, fece paura a tutti

era la testa di un signore che con la morte vicino

giocava a bigliardino,

era pelato ed elagante

nè giovane nè vecchio forse malato

sicuramente era malato, perchè perdeva sangue da un orecchio

La quarta luna, era una fila di prigionieri

che camminando seguivano le rotaie del treno

avevano i piedi insanguinati

e le mani, e le mani, e le mani, senza guanti

ma non preoccupatevi il cielo e' sereno

oggi non ce ne sono più tanti

La terza luna uscirono tutti per guardarla

era cosi' grande che piu' di uno pensò al Padreterno

sospesero i giochi, si spensero le luci e cominciò l'inferno

la gente corse a casa perchè per quella notte ritornò l'inverno

La seconda luna, portò la disperazione tra gli zingari

qualcuno addirittura si amputò un dito

tutti andarono in banca a far qualche operazione

ma che confusione

la maggior parte prese cani e figli e corse alla stazione.

L'ultima luna, la vide solo un bimbo appena nato

aveva occhi tondi e neri e fondi e non piangeva

con grandi ali prese la luna tra le mani, tra le mani

e volò via e volò via era l'uomo di domani

e volò via e volò via era l'uomo di domani.

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Oddio no che tristezza! io ci andavo sempre quando facevo sega a scuola, specialmente l'8 marzo, era proprio un rito!
un bacio paolèèèè

ps stavolta ho esagerato: 750 gr di porchetta!!! + salame!

26/2/07 1:56 AM  
Anonymous Anonymous said...

io ho visto il primo tanga (ma mi sa che erano mutandine che s'erano infilate dentro) sul tagadà...
e so ricordi... eh!

27/2/07 2:04 AM  
Anonymous Anonymous said...

posso farti i miei super complimenti per quello che di bello hai scritto come commento nell'ultimopost di SIBEL?
Solo questo..
a presto Paoletto

7/3/07 11:55 AM  

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