Wednesday, January 24, 2007

il fegato e le cipolle





















Vero che certi giorni li ammazzeresti tutti?
Si.
Perché dovrei avere più pietà?
Per un senso di strenna natalizia ?

Per due lacrime di cipolla?

Tu vuoi il profitto, io lo stipendio. In mezzo c’è solo il principio di martello e incudine.
Non credo occorra insegnar altro ai bambini.
Non comprate futuri in svendita,

non fidatevi dei saldi di fine stagione, quando la stagione è Vostra, e non è ancora finita.

E a un dio fatti il culo, non credere mai,
che a crocifiggerti con forchette che si usano a cena, ci mettono un amen.


Eppure non voglio dar via il fegato sputando veleno.
Nemmeno pagassero le spese mediche.


In fondo al mio orizzonte, non c'è l'incisione in lacrime sulla colonna di traiano,
ma una memoria condivisa di giorni, di mani, di occhi.

Quando ero piccolo m'innamoravo di tutto correvo dietro ai cani
e da marzo a febbraio mio nonno vegliava
sulla corrente di cavalli e di buoi
sui fatti miei sui fatti tuoi
e al dio degli inglesi non credere mai.
E quando avevo duecento lune e forse qualcuna è di troppo
rubai il primo cavallo e mi fecero uomo
cambiai il mio nome in "Coda di lupo"
cambiai il mio pony con un cavallo muto
e al loro dio perdente non credere mai
E fu nella notte della lunga stella con la coda
che trovammo mio nonno crocifisso sulla chiesa
crocifisso con forchette che si usano a cena
era sporco e pulito di sangue e di crema
e al loro dio goloso non credere mai.
E forse avevo diciott'anni e non puzzavo più di serpente
possedevo una spranga un cappello e una fionda
e una notte di gala con un sasso a punta
uccisi uno smoking e glielo rubai
e al dio della scala non credere mai.
Poi tornammo in Brianza per l'apertura della caccia al bisonte
ci fecero l'esame dell'alito e delle urine
ci spiegò il meccanismo un poeta andaluso
- Per la caccia al bisonte - disse - Il numero è chiuso.
E a un Dio a lieto fine non credere mai.
Ed ero già vecchio quando vicino a Roma a Little Big Horn
capelli corti generale ci parlò all'università
dei fratelli tutte blu che seppellirono le asce
ma non fumammo con lui non era venuto in pace
e a un dio fatti il culo non credere mai.
E adesso che ho bruciato venti figli sul mio letto di sposo
che ho scaricato la mia rabbia in un teatro di posa
che ho imparato a pescare con le bombe a mano
che mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano
con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po' a casaccio perché non ho più memoria
e a un dio senza fiato non credere mai

5 Comments:

Anonymous Anonymous said...

...che poi io mi chiedo se potere vada a braccietto sempre con ste sensazioni...
...che poi so così amare...
se solo le scrivessi peggio... :-)
cazzo!

26/1/07 3:50 AM  
Anonymous Anonymous said...

amo il fegato co le cipolle...
un bacio!!

26/1/07 5:16 AM  
Anonymous Anonymous said...

Per qualcuno tutti i giorni devi andare a lavorare
A qualcuno se ti ammali tanti soldi devi dare
A qualcuno se tu studi le tasse poi devi pagare
A qualcuno se tu viaggi i biglietti poi devi mostrare
A qualcuno per svariare ancora sol devi mollare
E qualcuno se la gode mentre aspetti di morire
Qualcuno che fa di tutto per impedirti di pensare,,,

;*************** :-D

26/1/07 5:49 AM  
Anonymous Anonymous said...

Cosa vuol dire "mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano"?

30/1/08 1:34 AM  
Blogger paolo_ said...

Anonimo (ma perchè poi?) ma tu mò come esci fuori su un post di un annetto fa... ok, ma va bene lo stesso, è solo curiosità la mia."Mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano", citaz. del pezzo di De Andrè, si riferisce al fregio che si srotola sulla colonna di traiano nei fori capitolini, laddove sono incisi i trionfi dei romani ma di conseguenza anche le sconfitte dei popoli assoggettati. Il protagonista della canzone è un indiano, emblema dei popoli schiacciati dall'avanzare del "progresso", metafora dell'altra faccia della medaglia (gli indiani che poi sono anche i sardi nel disco cosìddetto dell'indiano... ma questa è un'altra storia....) In questo caso, l'indiano protagonista incarna l'antagonismo, con anche riferimenti all'attualità del 78 ( la contestazione a lama - "non era a venuto in pace" - a "little big horn" - la sapienza...) ... oddio mò basta però... E comunque la colonna di traiano citata nell canzone fa il paio con "la piramide di cheope" citata in un'altra canzone di De Andrè, "La domenica delle salme"

...e se ripassi e ti firmi, seppure di passaggio, ci piace di più , ciao
paolo

30/1/08 2:40 AM  

Post a Comment

<< Home