Tuesday, January 16, 2007

Sottoboschi di vitelli













Dietro il velo di Maya, continuando a scavare, tra l’underground e la periferia, ai margini degli avvenimenti principali, le notizie in telex, poche righe sul giornale, fanzine e gazzettini locali, lì ci sono i sottoboschi.

Nei programmi scolastici dei licei, dopo aver lodato per anni le Pallavicini che fanno er botto da cavallo, i venditori di almanacchi che attaccano la pippa sul treno e le pargolette mano, ci si ferma al Novecento, non tutti portano alla maturità i Crepuscolari , gli Ermetisti, Pasolini e le sorelle Materazzo. E so sottoboschi pure quelli. Sottoboschi da cenacolo.

Ah Cì, ma che testai affumà, er puzzone? Ma che hai magnato er pollo? Oh, n’amico mio cià er polline… Fà na elle… sto cartoncino nun è bbono manco pè i filtri… Sto fattissimo… La fame tossica, il latte coi biscotti, i viùstel col chèciap …ho avuto un flash… il regghe de lu salentu spacca… Sottoboschi de fattoni.

Molto spesso attraversati dal sangue vivo della gioventù, CCCP, Diaframma e pochi spiriti affini, questi facevano sottobosco mentre nel bosco s’aggiravano improbabili fauni con le spille di salamandra sul blazer rosso e protagoniste di fotoromanzi scolorati e di permanenti quantomeno presuntuose. Sottoboschi da manifesti a lettere ritagliate.

Ai margini delle categorie culturali cui appartenevano, quali correnti critiche, quali coscienze dialettiche, quali molte parole che caratterizzavano cantautorimpegnati che poi però i dischi li vendevano, ecco lì nel loro sottobosco d’autore altrettante coscienze limpide e misconosciute ai meno oltre che ai più, De Angelis, Ciampi e Lolli hanno scritto gioielli che poi verranno ricordati da rari archivisti o archeologi capaci di scovarti anche l’abside capolavoro del tardobarocco romano di campagna, affrescato dal Torsolaio, nella chiesetta di Gennazzeto sul Treja. Sottoboschi da nastrocassetta, mentre si va in gita la domenica.

C’è vita nel sottobosco? Ci sono fermenti lattici? E nel sottoboschetto della tua fantasia c’è Enrico Ruggeri che canta Mio caro vitello dai piedi di balsa, la tua storia è falsa? E l’orsetto ricchione…? Sottoboschi di vitelli.

Nel boschetto della mia fantasia c'è un fottio di animaletti un pò matti inventati da me,

che mi fanno ridere quando sono triste,

mi fanno ridere quando sono felice, mi fanno ridere quando sono medio;

in pratica mi fanno ridere sempre,

quel fottio di animaletti inventati da me.

C'è il vitello con i piedi di balsa,

il vitello con i piedi di spugna

e indovina chi c'è?

C'è pure il vitello coi piedi di cobalto,

c'è il vitello dai piedi tonnati.

Quattro ne ho inventati;

sono gli animali della mia e della tua fantasia.

Ma un giorno il vitello dai piedi di balsa si recò dal vitello dai piedi di cobalto e gi disse: "C'è il vitello dai piedi tonnati che parla molto male di te: sostiene che i tuoi piedi non sono di vero cobalto ma sono in effetti quattro piedi di pane, ricoperti da un sottile strato di cobalto".

"Mio caro vitello dai piedi di balsa, la tua storia è falsa. L'amico vitello dai piedi di spugna mi ha svelato la verità: egli ha nascosto una microspia nei tuoi piedi di balsa e nei piedi tonnati, così ha scoperto che tu, solo tu, sempre tu, anche tu, nient altro che tu, si si proprio tu...... Sei il vitello dai piedi di balsa, inventore di una storia falsa: accusavi il vitello dai piedi tonnati e per questo i tuoi piedi saranno asportati." Ma la legge prevede una pena aggiuntiva per questo reato, l'ascolto forzato di.........

Nel boschetto della mia fantasia ora c'è un vitello senza più i piedi che invoca pietà,

quand' ecco che un piccolo amico si avvicina.......

'Mi presento: son l'orsetto ricchione e come avrai intuito

adesso ti inculo.....'

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Prof. Mettilella.
Io mi inchino e mi prostro dinanzi a tanta lucidità descrittiva e Le fo presente tutta la mia ammirazione. La tematica del sottobosco come locus ameno di sì tanto fervore artistico e come metafora di ciò che spesso rimane celato alla vista dei più -ma non per questo di minor pregio e valore- mi ha affascinato al punto tale da spingermi a recarmi alla valle del salto, questo pomeriggio, e presto fonderò un'associazione "amici del sottobosco", dove chiunque vorrà riscoprire il senso del solipsismo contestualizzato alla fratta e tutto ciò che, come dice la Sagan, "perdendoci, ci fa ritrovare" potrà avvalersi di questa dimensione riscoperta. E tutto ciò grazie a Lei,egregio prof Paolomettilella. Porteremo libri di artisti minori, frasi di filosofi minori, perle di saggezza di blogger minori, dischi di gruppi minori, dj Patata Fernando esule da no slappers animerà le riunioni e la nostra amata mascotte, L'Orsetto Tinculo.
In quella occasione le farò omaggio io personalmente di una targa con effigiato il simbolo della nuova iniziativa di cui Lei è il Fondatore onorario. a chi tocca non sengrugna.
Un vitello nel sottobosco in una leggiadrea nuvola di fumo.
Certa che la cosa le farà piacere, la rassicuro sul fatto che non mi disturba affatto accollarmi l'onore di far apparire il suo nome accanto al logo del vitello fumante e che anzi mi attivo già da ora a far circolare i volantini con il suo numero di telefono e la sua nuova carica di presidente ufficiale.
Cordiali saluti
Dott.ssa Sibelbride

16/1/07 10:47 AM  

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