dopoguerra dopopace e dopodopo
Vedi Mà,
il boom economico è finito d’ampezzo, come la cortina, di ferro, pure quella è finita.
Pè te era diverso, sì se partiva dalla campagna, sacrifici e viaggi in bici, però poi ve se so aperti l’orizzonti. Volevi insegnà, hai fatto la gavetta e poi hai insegnato.
Se ho capito bene, voi nati del dopoguerra avete ereditato l’appetito degli avi, siete diventati adulti prima, avete fatto i figli prima, e nel frattempo vi siete visti l’arrivo dell’elettricità in campagna, la televisione, mike buongiorno, i Beatles e i Rolling Stones, il giubbòx, Marilyn and Sofia Loren, Mastroianni e Pasolini, i frigoriferi colle cambiali, le seicento, la DC e tutto il resto è storia recente, che iniziavo ad esserci pur’io. Io che mi portavate a fare la spesa al supermercato e sceglievo le patatine col robottino di plastica dentro, tu pensa che pensieri…
Quindi, sintetizzando, il mazzotanto fino a trentanni e poi pure dopo, ma con qualche tranquillità in più.
Noi tutticcontrario.
Noi siamo nati in pace, in pace siamo cresciuti, nanetti sulle spalle dei vostri boom, a volte concedendoci le mode giovanili e l’allodola dell’elettronica, per molti non si può dire che sia mancato il companatico e il tempo delle mele, abbiamo fatto cose e conosciuto gente, e poi eccoci qua, con qualche tranquillità in meno dopo i trentanni.
Vedi Mà, noi figli non ne abbiamo ancora fatti, in linea di massima concordano tutti che prima dei trenta o giù di là no no no ma che scherzi, che poi … vabbè… pare chissà checcazzo devi fa, prima …, rispetto ai tuoi cari elettrodomestici, non ne abbiamo di più, anzi, sappi che la lavastoviglie si va estinguendo.
Non carichiamo i carrelli ai supermercati, sperimentiamo l’inaccessibilità dei formaggi veri, e adesso che è possibile andare in tutto il mondo, non ci muoviamo mai, covando revanchismi verso le agenzie di viaggio e coltivando onanismi oltreoceanici.
Ma ce la caviamo, riscaviamo l’essenziale, impariamo la raccolta differenziata dei futuri e dei caratteri (quanti che chiamo e non si san più voltare).
Vedi Mà,
ho come la sensazione che da noi potrebbe nascere quella Nuova Generazione che farà tesoro di entrambi, di me e di te, della Vostra antica appartenenza al PiccoloMond’Antico e della Nostro Futurismo Essenziale. E non aspettiamo più futuri che non ci somiglino, a noi e a voi.
Incontrarvi seduti sopra quel treno
il boom economico è finito d’ampezzo, come la cortina, di ferro, pure quella è finita.
Pè te era diverso, sì se partiva dalla campagna, sacrifici e viaggi in bici, però poi ve se so aperti l’orizzonti. Volevi insegnà, hai fatto la gavetta e poi hai insegnato.
Se ho capito bene, voi nati del dopoguerra avete ereditato l’appetito degli avi, siete diventati adulti prima, avete fatto i figli prima, e nel frattempo vi siete visti l’arrivo dell’elettricità in campagna, la televisione, mike buongiorno, i Beatles e i Rolling Stones, il giubbòx, Marilyn and Sofia Loren, Mastroianni e Pasolini, i frigoriferi colle cambiali, le seicento, la DC e tutto il resto è storia recente, che iniziavo ad esserci pur’io. Io che mi portavate a fare la spesa al supermercato e sceglievo le patatine col robottino di plastica dentro, tu pensa che pensieri…
Quindi, sintetizzando, il mazzotanto fino a trentanni e poi pure dopo, ma con qualche tranquillità in più.
Noi tutticcontrario.
Noi siamo nati in pace, in pace siamo cresciuti, nanetti sulle spalle dei vostri boom, a volte concedendoci le mode giovanili e l’allodola dell’elettronica, per molti non si può dire che sia mancato il companatico e il tempo delle mele, abbiamo fatto cose e conosciuto gente, e poi eccoci qua, con qualche tranquillità in meno dopo i trentanni.
Vedi Mà, noi figli non ne abbiamo ancora fatti, in linea di massima concordano tutti che prima dei trenta o giù di là no no no ma che scherzi, che poi … vabbè… pare chissà checcazzo devi fa, prima …, rispetto ai tuoi cari elettrodomestici, non ne abbiamo di più, anzi, sappi che la lavastoviglie si va estinguendo.
Non carichiamo i carrelli ai supermercati, sperimentiamo l’inaccessibilità dei formaggi veri, e adesso che è possibile andare in tutto il mondo, non ci muoviamo mai, covando revanchismi verso le agenzie di viaggio e coltivando onanismi oltreoceanici.
Ma ce la caviamo, riscaviamo l’essenziale, impariamo la raccolta differenziata dei futuri e dei caratteri (quanti che chiamo e non si san più voltare).
Vedi Mà,
ho come la sensazione che da noi potrebbe nascere quella Nuova Generazione che farà tesoro di entrambi, di me e di te, della Vostra antica appartenenza al PiccoloMond’Antico e della Nostro Futurismo Essenziale. E non aspettiamo più futuri che non ci somiglino, a noi e a voi.
Incontrarvi seduti sopra quel treno
tutti e quattro avevate vent'anni in meno
come in fondo ad un buco
che dà nel tempo;
e cercare incollando paura e amore
una scusa qualunque per non parlare:
se mi guardano in facciache gli racconto?
Tu eri bella e parlavi coi tuoi bambini
Tu eri bella e parlavi coi tuoi bambini
disegnavi sorrisi sui finestrini,
lui segnava i cavalli da giocare
e passò qualcosa di lieve,
come sole in mezzo alla neve
ed avrei voluto dirvi: "Sono io".
Dirti: "Guardali bene, che cambieranno,com'è giusto domani ti lasceranno".
Dire al piccolo: "Finchè puoi
stiamo insieme".
Dire all'uomo che fuma senza parlaare:
"Fuma piano, ti prego" e poi capire
che il futuro è già stato
e non può cambiare.
E che il tempo mi passa e mi passa sopra,
e tu entravi dicendo:
"Vuoi che ti copra,Ninni, è tardi, fa freddo, stai già dormendo?"
Ninni, Ninni, Ninni...
Ninni è stanco, Ninni ha guardato
Ninni è stanco, Ninni ha guardato
Ninni ha pianto, Ninni ha perduto
Ninni ha amato tanto da non amare più.
Quante volte ho pensato di rinunciare
Quante volte ho pensato di rinunciare
e lasciargliela lì come fosse un gioco
questa vita che è niente
ma non è poco,quanti mezzi sorrisi ai miei ritorni,
quante corse da scemo sui treni fermi
quanti che chiamo
e non si san più voltare.
Tu sei bella e mi guardi senza parlarmi,
Tu sei bella e mi guardi senza parlarmi,
non ti sei neanche accorta di assomigliarmi,
e non sai quanta voglia avrei di dirti
che tuo figlio non è cambiato,
era solo ma si è aspettato,
ed è sempre come lo chiamavi tu
Ninni, Ninni, Ninni...
3 Comments:
qualcuno con le superga..qualcuno con le champ...
è che forse noi siamo meno propensi al "sacrificio" rispetto a dei genitori che SAPEVANO di voler costruire qualcosa per noi,anche quando noi non eravamo ancora..noi siamo rimasti un pò quelli dell'allodola dell'elettronica, a cui si è aggiunta informatica e tecnologia,
e del companatico...
ma l'idea di far nascere un piccolo mondo essenziale..
..e se è una femmina si chiamerà Futura..
Ninni, Ninni, Ninni...
Ninni è stanco, Ninni ha guardato
Ninni ha pianto, Ninni ha perduto
Ninni ha amato tanto da non amare più
il mio alibi come da luogo comune è questo.
siamo i figli che hanno tutto perché la fatica è stata già fatta per noi. ma come un gettito abortito di ramo, un ernia repressa, un vomito in divenire un pianto represso, a volte sento dannatamente di avere il ventre pieno di tutte le lacrime e la stanchezza vecchie di due generazioni passate, e senza ideali, senza scopi se non quello di sedare un'angoscia del nulla futuro e di dare l'idea di una serenità abbastanza dissimulata mi domando se sul serio sono più fortunatamente paracula o giustamente disperata.
;*****
te posso guardà come te guarderebbe mammà?
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