Thursday, April 19, 2007

luoghi per treqquattordici...


Luoghi, perimetri d’azione, confini ai giri abituali di zampette, incroci di percorsi.
Luoghi che restano, oppure che s’allontanano in fondo ad un profondo.
Luoghi ricostruiti sopra, schiere di palazzi a barricare i ponentini che sentivi sulle spalle.
Luoghi con punti di riferimento di cui conosci il caffè, i resti e i parcheggi.
Luoghi che quando li frequenti la mattina, poi ci capiti anche la sera, senza sapercelo nemmeno prima ...ma sempre qua stai?
Luoghi che impregnamo di spirito, poi passa l’impresa di pulizie Il Vento del Tempo S.a.s. e spazza via pregnature, incidenze e concorrenze stocastiche
Luoghi che se ci torni, la prima lama solleva il pelo della memoria, la seconda lo recide a colpi d’orologio. E sei lì sbarbato come un lupo attaccato a un vizio.
Luoghi, fondovalli d’infanzia, muretti e panchine, ex giardini degli anni settanta, vecchi cortili dove il tempo non ha età, bella la vita dicevi tu, tu che stringevi la tua mano nella mia.
Luoghi di tutti i giorni, e invece non erano tutti, erano solo alcuni.
Luoghi forse isole della mente, isole di niente, non potevamo sapere.
Luoghi totalmente abbandonati a sé stessi. Meglio loro che io.
Luoghi dove ti riconoscevano& luoghi dove cianno messo na croce sopra.
Luoghi balordi, entrate dalle finestre, uscite guardinghe. Occhio.

Luoghi su cui sai dare indicazioni stradali, la prima a sinistra, poi giri dov’è il fioraio e sei arrivato, e luoghi in cui continui a perderti da vent’anni per un paio di incroci strabici.
Luoghi che somigliano alle luci al neon intraviste una sera in una bancarella dove si vincevano quisquilie premianti.
Luoghi, angoli di muro, luoghi dove ci passava un autobus, all’ombra dell’ultimo sole.
Luoghi in cui sentivamo una canzone figlia dei tempi, che oggi fa tanto vintage se la incontri in FM.
Luoghi dove sentivamo una radio.

Luoghi, piccoli fulcri delle proprie leve,
aree centripete di raggi d’azione per treqquattordici diviso pè Te e quelle quattro ossa che te ritrovi addosso oggi.

Il carretto passava e quell'uomo gridava "gelati!"
al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti
io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti
All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente e i suoi tarli
e la sera al telefono tu mi chiedevi
perchè non parli
Che anno è
che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove scorrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è...
I giardini di Marzo si vestono di nuovi colori
e le giovani donne in quel mese vivono nuovi amori
camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti tu muori...
se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori
ma non una parola chiarì i miei pensieri
continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri
Che anno è
che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove scorrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è...

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

intanto grazie per la citazione che è venuta a colmare una grossa lacuna che hai fatto da me...

e grazie pe' st'ennesima perla...

...che poi a me de sera me pija la malinconia... e stasera è proprio un caso che ho acceso il pc...

...che poi alla fine possono cambià i luoghi... ma le sensazioni più o meno sempre pe' tre e quattordici tocca dividele che sennò mica gliela fai a reggelle...

bella paolè!

19/4/07 1:15 PM  
Anonymous Anonymous said...

Tra iodio e panchine...
Vorrei conoscer l' odore del tuo paese,
camminare di casa nel tuo giardino,
respirare nell' aria sale e maggese,
gli aromi della tua salvia e del rosmarino.
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero
parlando con me del tempo e dei giorni andati,
vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero,
come se amici fossimo sempre stati.
Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci
e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri,
le strisce delle lumache nei loro gusci,
capire tutti gli sguardi dietro agli scuri

e lo vorrei
perchè non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...

Vorrei con te da solo sempre viaggiare,
scoprire quello che intorno c'è da scoprire
per raccontarti e poi farmi raccontare
il senso d' un rabbuiarsi e del tuo gioire;
vorrei tornare nei posti dove son stato,
spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
e per farmi da te spiegare cos'è cambiato
e quale sapore nuovo abbia l' universo.
Lyrics
Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona
o il mare di una remota spiaggia cubana
o un greppe dell' Appennino dove risuona
fra gli alberi un' usata e semplice tramontana

e lo vorrei
perchè non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...

Vorrei restare per sempre in un posto solo
per ascoltare il suono del tuo parlare
e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo
impliciti dentro al semplice tuo camminare
e restare in silenzio al suono della tua voce
o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso
dimenticando il tempo troppo veloce
o nascondere in due sciocchezze che son commosso.
Vorrei cantare il canto delle tue mani,
giocare con te un eterno gioco proibito
che l' oggi restasse oggi senza domani
o domani potesse tendere all' infinito

e lo vorrei
perchè non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...

20/4/07 5:45 AM  
Anonymous Anonymous said...

...non è cambiato niente no
il vento non è mai passato tra di noi
tu come stai
non è accaduto niente no
il tempo non ci ha mai perduto
come stai?.....

Ciao, Poeta, mi commuovi.
;-) ;*

22/4/07 12:08 AM  

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