Thursday, April 12, 2007

visioni da biro


Di ritorno dal passaggio per le pietre, gli archi e i vicoli del ciociaro borgo di Fumone, m’assale il conclamato Soprassalto Visionario, l’Abitante di Paese che mi porto dentro come una discendenza genealogica annidata nel timbro elicoidale, si ferma a toccare di che son fatte le case, misura le distanze che le separano e s’immagina la vita fuor di condominio, che t’affacci saluti e vedi crescere, il tutto dentro un ambiente non ridotto ad aiuole spartitraffico e chiome d’alberi come intravisti dai buchi della serratura. In appartamenti a misura d’uomo e di famiglia. Con i camini. E fuori gli spazi aperti per la cura delle miopie.

Il suddetto Visionario sogna ADSL diffusa e lavoro distanza, per il ripopolamento di tutti gli abruzzi&molisi, dei resti etruschi, pontini, ciociari e dintorni assortiti.

Una volta parlando con un Direttore di un istituto che s’affaccendava intorno alle sorti poco magnifiche e scarsamente progressive dei comuni montani del Sud, costui mi disse come le distanze tecnologiche, posta l’infrastruttura – e m’hai detto cazzo, yess’i knò - potrebbero virtualizzare l’emigranze e i paesi o borghi riaccogliere annoiati e disoccupati transfughi per ripopolarsi, magari decrementando le folle grumose e merceologicamente addicted delle suburbie cittadine.

Si, io sogno una Rete che porti possibilità, cultura, scambi e contenuti veicolati, contatti e solidarietà. Una Rete che si occupi delle distanze imposte per lasciare ai Singoli nello spazio reale la libertà di movimento, la gestione del tempo, la padronanza delle proprie gambe.

Nel frattempo, in gita libera sui luoghi andati ormai, mi studio tutta una tipologia di Borghi, Rocche e Paesi, che mi vò ad archiviare appresso in questo blogghe, come si ficcano i ritagli nel cassetto, entomologando secondo criteri puramente soggettivi, che mica sto in giurìa del Campiello…

Borghi veri e propri, con i perimetri delineati e i tagli delle pietre squadrati, meritevoli di popolazione residente e sorridente.

Nel Lazio, a dorso di tuscia, puntellati in ciociaria e in odor d’abruzzo:
la scoscesa
Bomarzo, Fumone col castello e la veduta, Vallinfreda la contadina, Cottanello ignota ai più e ai meno, Civita di Bagnoregio, l’equivalente laziale&montano della bretone Mont Sant Michel, che deve morì deve morì ma sempre appesa allo sperone resta… Ci sarebbe pure Calcata, ma là già c’è la fila per entrare e la gente ci fanno i we-candi come fosse una gita ai castelli.

Quelli che non son Borghi ma più Paesi e fanno provincia di sé stessi avendoci qualche abitante in più in pianta stabile:
Orvinio in cui perdersi d’ottobre, Soriano con la sua sagra cimina costumata, Cerreto coi manifesti Cinzano, Nepi e Sacrofano, tutte con gli stemmi incisi sui palazzi comunali e i vecchi al bar. O, nel Pontino, anche Sermoneta – borgo e paese al tempo stesso e già evidenziata dalle Guide di Settore, e Bassiano, nota per il prosciutto.
Cerveteri già fa demografia oltremisura e pretende municipalità oversize.

E le Nicchie, quelle che misurano un giro di camminata e un numero di vie contate sulle mano: la perimetrata
Ceri, Fossanova con la bell’Abbazia nota anche per il Buen Retiro di San Tommaso che ivi ci morse, Trevignano nascosta dietro il lago.

Nell’Abruzzo selvaggio, forte e gentile:
Castel di Tora, Lucoli sì cara a chistu còre e Arsoli che son Paesi. Santo Stefano in Sessanio, Rocca Calascio e Carapelle che invece fanno Borgo, la cima di Carsoli abbandonata nella neve d'inverno, col suo albero della libertà...

Passanti menzioni per la Toscana per
Pitigliano e Sorano, ma qui i Paesi crescono, mirano a giocare la C2, accolgono turisti dall’Anglosassonia United, producono Enti del Turismo che dispensano caramelle e opuscoli, fiorisce già la vendita di Souvenir. Anche nelle Nicchie, come Soana.

Fuori Appennino, scarsi ricordi di una
Caserta Vecchia, ben nascosta dall’omonimo comune in tutt’altre dimensioni coinvolto. Probabile che negli ultimi vent’anni se la siano mangiata, io non posso sapere.

Ma il futuro mi sa più di Dorsale. Mi concentrerei su quella. Restringendo il campo.
Quando il sistema collasserà e i nazisti torneranno ad invadere le città, sarà dalla dorsale adriatica e dall’arco tirrenico che si organizzerà la sopravvivenza dell’uomo. Ma questa è proprio un’altra storia. Veramente troppo Visionaria…


Non ce l'ho la biro!

Eh, eh! non c'ho la biro!

Eeeh.. Vabbè, non c'ho la biro, e allora?

No scusi... eh, lo so anch'io che è duro stare in fila,

l'ho fatta anch'io la fila, senza la biro...

eh, se c'avevo la biro, ce lo dicevo a lei?

ce la chiedevo a questo qui?

no,e allora?

Abè, allora stiamo qui tutta la vita perché io non c'ho la biro...

Capito..Ah, grazie.

Me l'ha data...

Grazie.

A rendere eh?


El me’ indiriss

de dûe sün nassü

mi me le ricordavi gnanca pû:

a l’era una câ vecia e per pissà,tripli servissi, sì, ma in mess al prà!

El me indiriss de dûe sün nassü

me l’han ricordà iér, dentr’in Común:

cercavi un docümént de residénsa

e mi, m’è vegnü in ment tutta l’infansia...

a s’erum una banda de sês fieu;

volevum trà per aria tutt’el mund,

fasevum la colletta alla mattina

per quatter Alfa e dû Espurtasi

únTurnavi a cà la sera, e la mia mamma

la me nettava el nas tutt spurch’de sang’

perchè la legge l’era de dài via,

ma l’era anca quella de ciapànn!

Pensarci ben, chissà che fine ann fatt

chî mé cumpagn balord de sciupà el mund!

Ma poeu, la vita va; fa quel che voeur:

chi va, chi resta chi, chi invece moeur…

Ma énn giàmò passà deu o tri minüte mi,

me rendi cûnt che ò rott i ball:

ci ho qui un bel docüment de residénsa…

cià via a menare!

…e scaricare anca l’infansia!


Non ce l'ho la biro,

se ce l'avevo non c'ero mica obbligato a chiederla a questo signore qui..

Eh, scusi, lo so che è duro stare in fila, se non c'avevo la biro..

No, qui uno che lavora al tornio senza la biro è un pirla..

4 Comments:

Anonymous Anonymous said...

"...potrebbero virtualizzare l’emigranze e i paesi o borghi riaccogliere annoiati e disoccupati transfughi per ripopolarsi, magari decrementando le folle grumose e merceologicamente addicted delle suburbie cittadine."


...eh?

;))

bella civitadi bagnoregiolacittàchemuore.
che ci sono un mucchio di agenzie immobiliari per vendere case, lì, coi soffitti a cassettoni, la coppa di vino il silenzio e il frantoio. E la gente, anche se "muore", se la compra, la casa. Bel modo di pensare all'oggi. Fascinoso. Io non riuscirei a pensare che casa mia, tra 100 anni forse non c'è più, anche se io pure non ci sn più....
non so se mi spiego.
;*

13/4/07 11:39 AM  
Blogger paolo_ said...

ma quanno muore?
civita di bagnoregio ci seppelle a tutti, è tutto marketì,Sibel sotto lo spuntone cianno messo le viti ;)

16/4/07 7:06 AM  
Anonymous Anonymous said...

makedavero

16/4/07 8:14 AM  
Anonymous Anonymous said...

ho deciso!
faccio un mutuo e te compro Bomarzo!
te lo meriti!

17/4/07 12:39 AM  

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