Friday, October 19, 2007

elvis sull'asteroide


Quando si ruppero le acque e sciabordò a riva l’onda lunga dei compulsivi istinti ormai fuor di tasca e rotolanti come schicchere di biglia sul pavimento dentro casa, tutto si fece meno allineato e ci fu uno sfondo del desktop di un verde psichedelico (e pure un po’ giallo canarino) che s’installo automatico sulle pareti mentali sicchè la razionalità di quel coso molle cerebrale se la piantò di dire fai questo fai quello al complesso organico, perchè fu chiaro a scena aperta che la geometria esistenziale è piuttosto frattale, non bisognava illudersi coi moti rettilinei uniformi e con quei teoremi ottimisti che basta che tracci l’altezza, unisci un paio di vertici, fai trallallero trallallà colle parentesi graffe e tutto ritorna semplificando per due o per quattromiglioniduecentotrenta… all’improvviso tutto si coordinò per polisindeti a sé stanti, polisindeti come pioggia di asteroidi, senza più palinsesti obbligati e oggettivi, perché qui d’oggettivo c’è rimasto solo una lisca di pesce, su coreografico letto d’insalata, che nemmeno si può mangiare, sai?

Venivano in mente personaggi come canzoni sentite prima. Come prima di che? Non è questo il punto, non lo è mai stato. Nce’scassà o’cazz. Hai mai fuso una canzone con una memoria vissuta? A lungo termine s’assomigliano, sono tutte cellette memorizzate, kappabàit di neuroni oramai a dieta incurabile, neuroni di sedano, carne o vinile che fossero prima.

Venivano in mente tutti, presi tagliati e incollati nei loro gusci di noce assoluti&freddi perché ancora non avevano acceso i riscaldamenti e in fondo anche perché così è la vita, venivano in mente alla spicciolata, alcuni mentre stavano ancora a scuola e mangiavano la pizza bianca, altri la vigilia di natale che fumavano dalla bocca freddo&fumo in macchina, in fondo al parcheggio di un supermercato, balzò repente in mente, come cervo che esce di foresta, perfino una che ora manco mi ricordo più come si chiamava ma si vedeva che ci stava, che poi all’epoca manco c’erano i telefonini e le email e le cose o le facevi subito o si perdevano i contatti e cordiali saluti a tutti.

E allora ci stavano quelli che erano partiti per la tangente e dicevano noi non ci ritorniamo più dentro il cerchio o comunque neanche all’interno nel perimetro we returneremm’ cchiù, si sta troppo bene fuori, anche se non c’è più il sole di giorno e fa un pochino freddo la sera, ma la notte si vedono un sacco di stelle forse più di un migliardo e allora sai checc’è? preferiamo metterci il giaccone sopra e aspettare che ritorni l’estate afrorosa&gelataia qui in the sky with diamonds, in miezz’ar campo degli strobbèrry forever, piuttosto che galleggiare di stenti nelle vostre pianure secche&pontificie, salutateci a sòreta e non fate mischioni quando bevete. Forza tuttìnzieme now, cantiamo Bang Bang, I was five and you was six Bang Bang, My baby shot me down. O non era così che faceva?

E poi ci stava quello sosia diciottenne di Elvìs, Antonio, che stèva sott’o purtone della innammurata sua, una guagliuncella che andava facendo la frizzante peperina e teneva poca voglia di pensare a uno sposalizio e perciò ciàveva detto all’ Antonio Pelvis uè uè, bello bello, ma tu che ti si mìs’n’capa? E allora il sosia, ciuffettone ciuffettone, strillava verso la finestra refrattaria con tutto il fiato suo di giovane rubicondo arrossato in viso: Love me tender, mannacci’a muòrt, love me tender, Maruzzè! E più strillava e più faceva buio intorno e la gente volevano dormire e ci dicevano guagliò ma perché non ti fai a una puttana, così ti calmi un po’ e ci fai prendere sonno che domani dobbiamo andare a faticare, a regazzì, mica stamo a pettinà er ciuffo come te, che te ne stai rubizzo&imperituro tutto er giorno cò sta cazzo de gelatina nei capelli a fare le smorfie col viso nello specchietto della moto, e più dicevano accussì, più si inasprivano gli animi del Vicinato United e allora poi organizzarono un commando punitivo, mezzo romano mezzo napoletano, lo presero ar sosia, ci scassarono la chitarra come fa Giònbelusci in animal house e lo accisero di mazzate, per fargli capire che qui non c’era più nessuna possibilità di ‘faccimm’ammore’ anymore, Ugly Bastard of Elvis, affanculo te e tutta Memphis. We love only Disco Anni 70, you know: uànz I was afraìd I was petrifaid e Born tobbì alàiv,bìì alàiv, bììì alàiv, fucking sosia of fucking elvis, e giù botte come se piovesse.
La finestra refrattaria s’aprì e la nnammurata sua ci strillò: Antò, ancora tu, ma non dovevamo vederci più, vafammocc’a mammeta, allora sì popio nu strunz! E poi ammè me piàciono i sosia de claudiovilla, cheddevifà , so una all’antica, io sò fatta così, è il mio carattere…me ne torno a letto a leggere il protocollo sul wellfare e più non mi scocciar.”
Buon giorno blues ancora tu...
ma è già mattina e giù le zampe dal mio drink...
m'hai messo sete...
e allora alzati e cammina raccontami una favola,
di quelle che sai tu... no...
non parlo più con i lampioni lungo i viali...
son diventati troppo snob e tu che fai...
traffico in perle per maiali mettiamoci in affari...
tu i maiali ed io i bijoux...
Maccheroni amari maccheroni & c. guardo le mie foto di quand'ero freak...
ero un altro me ero un altro chi?
maccheroni amari il mondo fa così
M'ha morso un blues t'ha morso un che?
m'ha morso un cane... era un bel cane pompadour...
era una notte di inquietudini tzigane...
ti chiamo per telefono ma invece metto giù...
Che vuoi da me... la vita ha troppe sfumature...
beccarle tutte non si può... poi che ne so... io guardo solo le figure...
il resto è solo rondini che volano lassù
Maccheroni amari maccheroni & c.
guardo le tue foto di quand'eri yank...
baci da New York pioggia da Paris
chi l'ha scritti i dialoghi di questo film...
Buon giorno blues buongiorno a te...
ma è già mattina te lo faresti un altro drink...
non c'è più niente... e fuori è tutto come prima...
non farti troppi scrupoli che il mondo è ancora lì...
Maccheroni amari maccheroncini and cheese

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Per un buon quarto d'ora pensavo di stare a leggere un saggio di Sanguineti. Poi mi sono resa conto che eri tu. E eri meglio.
;)
Ma che gli fai, tu, a Sanguineti.
;)

22/10/07 11:29 AM  

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