Friday, October 12, 2007

MnemoTassonomia delle Targhe nere



“Papà ma quella che macchina è?”
“Quelle sono macchine che non si fanno più, sono fuori commercio.”

E sul sedile posteriore pensavo con fantascienza infantile agli scienziati del progresso, un po’ Archimedi Pitagorici, un po’ babbi di Mazinga, mentre s’alambiccavano a concepire auto sempre più moderne, al fine di raggiungere maggiori velocità, perfezionamento della motoristica, della sedilerìa e dell’internistica in pelle, superamenti evolutivi della trecentotredici di Paperino, della Fulvia e della Seicento.

E intanto, con quelle macchine che c’erano, imparavo le sigle delle province, desillabando le targhe.
Te è Teramo, PG Perugia e CE Caserta (perché CA era già Cagliari, CS Cosenza).

Ora che quel progresso evolutivo intravisto nell’infanzia è arrivato e sono io-ora io-qui, ovvero quel mezzo del cammin di nostra vita che mi porto a spasso in questi vestiti di prezzo popolare, dell’orizzonte magnifico e progressivo dell’automobilistica proiettata in the Sky With Diamonds, poco me ne cale, le province non le riconosco più, perché ne hanno aggiunte altre tipo Verbania,
ma all’improvviso mi ritrovo di nuovo ad osservare le targhe.
Le targhe in estinzione, quelle che avevano il fondo nero.
Mi balzano agli occhi - paolo guardami, guardami, a me gli occhi please - neanche le vado cercando. Ancora resistono anzi maturano, riqualificandosi come pezzi d’epoca.
Come i figli del dopoguerra e le palazzine dei postelegrafonici.
Come quei tempi a cui partecipavo in qualità di bambino.

S’intravedono soprattutto Mini Minor, qualche cinquecento ed alcune 127. Più rare le 126.
Appariscenti le due cavalli.
Sotto casa mia, una 128 addirittura e lì vicino una Alfa Romeo credo Giulia.
Tinte datate come pastelli di giotto&carioca: verde pisello, ocra che sembra beige, rosso carminio e celeste fiacco. Grigio Gigio e bianco Leone Bianco.

Mi chiedo se quando uscirono le prime Panda e le Uno, ancora si targasse in nero, perché non ne intravedo nessuna. Non pervenute nemmeno Alfasud, Giulietta e 131 Miriafiori, sparite dalla circolazione. Come nemmeno Gassman, Mastroianni e Manfredi ci sono più, né i film in bianco e nero, le pubblicità della Cinzano e i mobili di nonna con tutte quelle ante di vetro.

Quando arriva il futuro, sembra che sia altrettanto fatto di ammanchi e memorie.

Ma sto divagando.
Del resto la memoria è rettilinea&uniforme solo quando la tassonomizzi per uso esterno.
Magari con la scusa delle targhe ancora nere.



Il motore del 2000 sarà bello e lucente

Sarà veloce e silenzioso, sarà un motore delicato

Avrà lo scarico calibrato e un odore che non inquina…

Lo potrà respirare un bambino o una bambina.…

Ma seguendo le nostre cognizioni

Nessuno ancora sa dire come sarà, cosa farà

Nella realtà il ragazzo del 2000, questo perché nessuno lo sa.

L'ipotesi è suggestiva, ed anche urgente,

ma seguendo questa prospettiva,

oggi ne sappiamo poco o niente.…

Noi sappiamo tutto del motore

Questo lucente motore del futuro.

Ma non riusciamo a disegnare il cuore

Di quel giovane uomo del futuro.

Non sappiamo niente del ragazzo

Fermo sull'uscio ad aspettare

Dentro a quel ghetto del 2000

Non lo sappiamo immaginare…



0 Comments:

Post a Comment

<< Home