Monday, November 05, 2007

finirà questo inverno questa rabbia di un'ora


Per quanto freddo possa fare, soffiando fumo tra i denti nell’età del precariato, una volta tirato in secco l’essenziale sentimentale e il propellente emozionale, spaccheremo le caldarroste in due, le terremo tra le mani palleggiandole tra i palmi affinché ci scaldino e, come mì nonno durante la guerra, contratteremo il companatico con un carretto di filo, cercheremo di riderci su, che l’allegria non è soggetta a tasse, autorizzazioni e procedure di qualità.
Nonno, che io ho mancato di conoscere ventiquattranni almeno prima che nascessi, durante la guerra, quella coi tedeschi, coi fascisti, cogli americani e con l’otto settembre, maresciallo della marina con un figlio di due anni e una poppante in fasce, avendo un armistizio sulle spalle, si ritrovò a non poter uscir di casa dopo la data suddetta, che altrimenti ci dicevano “Uè uè, ma tu perché non sei a Salò ?”.

Nonno e Nonna passarono per Porta San Paolo mentre traslocavano col carètto tutti i loro beni, poche ore prima della battaglia.
Nonno una mattina che il latte bisognava prenderlo assolutamente, finì su un carro che rastrellava cristiani, ebrei e quant’altri poi si sarebbero identificati e scappò buttandosi in corsa grazie ad un rallentamento, col rischio di farsi sparare dietro, mica cazzi.
Nonno per far partorire la moglie, fermò una vettura che passava e nella vettura c’erano i tedeschi. Gli infilò la moglie in macchina e scappò. Però quelli furono tedeschi gentili.
Nonno quando la fame li stava mangiando le pelli, rimediò un carètto di ago fili e pezze varie, se ne andò nelle campagne di Roma Nord, sparì per cinque sei giorni, incontrò un suo marinaio e barattò il carretto con due litri d’olio e un sacco di farina. Tornò su un camion di carbone. Così nero che Nonna non lo riconosceva e non voleva aprirgli.
Nonna aprì la porta, due minuti dopo aveva fatto impasti&pasta. Mangiavano, finalmente.
Nonna, nell’inverno del ’43, trovò un fondo di pasta nel cassetto di un mobile, lo fece bollire a lungo e Nonno se lo divorò, seppure la pasta gli aveva sempre fatto schifo.
C’era la Fame, che noi oggi ci sono pure i discount.
Andremo a vivere sotto i ponti a progetto, con un cielo interinale a farci su da tetto.
Porteremo carretti di filo in campagna. Dovranno pur andarsene i tedeschi.

Notte scura notte chiara notte finirai
notte di bombardamenti notte che non sai
che Nina ha pianto di paura in latteria
perduta nel rifugio sotto casa sua
dentro un libro di Liala la serenità
Roma adesso è troppo avara non ti ascolterà
e d'incontrarlo, lui che viene da lontano,
probabilmente è stato l'unico regalo.
Dove vai che farai quanti anni mi dai?
Credi ancora all'amore, se ci credi perché?
Non lo so dove andrò, ti do gli anni che hai,
credo ancora nell'amore perché avrà gli occhi tuoi.
Non lo so che farò ti darò gli anni miei
credo ancora all'amore perché avrà gli occhi tuoi.
Nina abita a Trastevere e lo aspetterà
mentre lui sta a San Lorenzo e la raggiunge in tram
e quando l'odio della guerra aumenterà
soltanto Nina riuscirà a portarlo via.
Ma la guerra è giù alla porta e gli ha bussato già
la divisa d'artigliere e una fotografia
e Nina non vorrebbe mai mandarlo via
vederlo piangere e marcire in prigionia.
Dove vai dove sei Nina aspettami ancora
finirà questo inverno questa rabbia di un'ora
dove vai dove sei mio dolcissimo amore
quante stelle al soffitto ho contato per te.
Dove vai dove sei mio sperduto mio amore
ogni sera al portone se vuoi ti aspetterò
dove vai dove sei Nina aspettami amore
passerà presto un treno,
io, vedrai che saprò ritornare.
Dove vai dove sei Nina credi all'amore?
Credo ancora all'amore perché avrà gli occhi tuoi

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

certi racconti uguali per noi tutti non lo saranno più per niente per quelli dopo di noi.
Come i robot, come il supertele, come i gelati eldorado e i crystall ball, come la pizza a cento lire, il gioco della campana, noi io te e carlo verdone sentiamo i racconti di nonno "sordàto tedesco..."
Loro che sentiranno da noi? quand'ero piccolo così scaricavo mp3 a manetta e dicevo sempre "pronto renault italia...", cazzaravo su un forum e non avevo mai i soldi per gli sms. Poi però arrivò la maxi tim ricaricard....
;)
inquietante.
Sign of the time...

5/11/07 11:58 AM  
Blogger paolo_ said...

"Poi però arrivò la maxi tim ricaricard...." Ottimo titolo per un libro generazionale!!! Mitica :)))

6/11/07 12:33 AM  
Anonymous Anonymous said...

leggervi anche dai paesi bassi ma gelidi è cosi bello.....

7/11/07 8:20 AM  

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