Il cielo dei ragionieri
Come una ciotola conforma l'acqua in un equivoco di contenimento, come un lenzuolo s'impiega & si distende in copertura, così l’intendimento della ragione si protende a tratteggiar percorsi empirici che vanno da un qui-dove-ci-sono-io a un lì-dove-risiede-il-mondo, calcando i propri passi al meglio, su un limite tendente ad infinito.
Ogni testa un cappello per contenere il proprio cielo.
Sicchè costruiscono grammatiche esistenziali in bella calligrafia gli uomini di lettere, allestendo orchidee semantiche e fiorfior di parole, costipando il detto, il non detto e l'intuìto nel tradotto di zampette e formicolii in fila d’inchiostro sul vocabolario; declamano la trascendenza gli uomini di fede, testimoniando l'esistenza di dio sui riverberi purpurei&scarlatti dei paramenti e con un ampio gesto delle braccia accolgono la limpidezza dei misteri. Collaborano coi meccanismi gli ingegneri, presi nel mezzo tra causa&effetto ed entrano tuttodentro i contadini, confusi in un piatto di lenticchie.
Il cielo dei ragionieri non ha sempre la stessa altezza.
Il cielo dei ragionieri di larghe vedute è una via lattea tradotta in sintesi di calcolo, un materialismo alfanumerico, un’eredità tramandata di algoritmi illuministi ed equilibri di bilancio su cui i detective della ragion veduta edificano partite di giro e pareggiano i conti, con metodo e conoscenza, lasciando che i numeri si dispongano, si contraddicano, si elidano e si sommino, facciano dei giri immensi e poi ritornino, rimanendo ad aspettarli sotto una riga a fondo pagina come il cadavere del nemico portato dal fiume. Il calcolo della ragion critica enumera e traduce in principi contabili, elabora a partita doppia e quadra i limiti affinchè corrispondano e l'alfa non sia ostile all'omega, ma si prendano sottobraccio per tutto il tempo del viaggio al termine della notte. I ragionieri non sognano, ma imparano a conoscere il mondo, aprono agenzie di viaggi usando la calcolatrice. Traducono e ricordano la storia dei nostri tempi. La pazienza dell'elaborazione, la sicurezza del calcolo e poi, come nelle ultime pagine di un giallo, tutto torna, colpevoli, assolti, delitti e conti da pagare. Hanno le chiavi per digitalizzare l’economia della materia su fogli a quadretti, analitici oltre le vaghezze letterarie e le principalità pure dei matematici, i ragionieri, quando sanno che i numeri non si fermano alle apparenze, che due più due farà certamente sempre quattro, ma vale la pena di passare per il tre. Un ragioniere sa contare, non taglia corto ma fila dritto, sul lungomare dei numeri primi.
Ma guai invece ai ragionieri miopi, impiccati sulla dimostrazione finale e immemori di tutt’il resto del contesto, come preti oscurantisti, come cuochi dal menù perpetuo, come soldati in attesa dell'ordine. A loro dio apparirà sotto forma di un numero perfetto e li condannerà a contarsi i capelli residui, ad indovinare quanti fagioli stanno nel vaso, ad estrarre radici quadrate sui bordi di una statale assolata, con un pigiama a righe, solo a righe, eterne righe autoavvolgenti, senza più quadretti, stanziali a fondo pagina, con un pollice d’avanzo sulla mano, quant’è vero che due più due fa quattro.
" Cosa conta " (Ustmamo)
Ogni testa un cappello per contenere il proprio cielo.
Sicchè costruiscono grammatiche esistenziali in bella calligrafia gli uomini di lettere, allestendo orchidee semantiche e fiorfior di parole, costipando il detto, il non detto e l'intuìto nel tradotto di zampette e formicolii in fila d’inchiostro sul vocabolario; declamano la trascendenza gli uomini di fede, testimoniando l'esistenza di dio sui riverberi purpurei&scarlatti dei paramenti e con un ampio gesto delle braccia accolgono la limpidezza dei misteri. Collaborano coi meccanismi gli ingegneri, presi nel mezzo tra causa&effetto ed entrano tuttodentro i contadini, confusi in un piatto di lenticchie.
Il cielo dei ragionieri non ha sempre la stessa altezza.
Il cielo dei ragionieri di larghe vedute è una via lattea tradotta in sintesi di calcolo, un materialismo alfanumerico, un’eredità tramandata di algoritmi illuministi ed equilibri di bilancio su cui i detective della ragion veduta edificano partite di giro e pareggiano i conti, con metodo e conoscenza, lasciando che i numeri si dispongano, si contraddicano, si elidano e si sommino, facciano dei giri immensi e poi ritornino, rimanendo ad aspettarli sotto una riga a fondo pagina come il cadavere del nemico portato dal fiume. Il calcolo della ragion critica enumera e traduce in principi contabili, elabora a partita doppia e quadra i limiti affinchè corrispondano e l'alfa non sia ostile all'omega, ma si prendano sottobraccio per tutto il tempo del viaggio al termine della notte. I ragionieri non sognano, ma imparano a conoscere il mondo, aprono agenzie di viaggi usando la calcolatrice. Traducono e ricordano la storia dei nostri tempi. La pazienza dell'elaborazione, la sicurezza del calcolo e poi, come nelle ultime pagine di un giallo, tutto torna, colpevoli, assolti, delitti e conti da pagare. Hanno le chiavi per digitalizzare l’economia della materia su fogli a quadretti, analitici oltre le vaghezze letterarie e le principalità pure dei matematici, i ragionieri, quando sanno che i numeri non si fermano alle apparenze, che due più due farà certamente sempre quattro, ma vale la pena di passare per il tre. Un ragioniere sa contare, non taglia corto ma fila dritto, sul lungomare dei numeri primi.
Ma guai invece ai ragionieri miopi, impiccati sulla dimostrazione finale e immemori di tutt’il resto del contesto, come preti oscurantisti, come cuochi dal menù perpetuo, come soldati in attesa dell'ordine. A loro dio apparirà sotto forma di un numero perfetto e li condannerà a contarsi i capelli residui, ad indovinare quanti fagioli stanno nel vaso, ad estrarre radici quadrate sui bordi di una statale assolata, con un pigiama a righe, solo a righe, eterne righe autoavvolgenti, senza più quadretti, stanziali a fondo pagina, con un pollice d’avanzo sulla mano, quant’è vero che due più due fa quattro.
" Cosa conta " (Ustmamo)
Pietra dura se sei cosa che cura
libera me dal male e dalla mia paura
pietra dura tu sai cos'e' che cura
insegnami a capire aiutami a vedere
cosa conta davvero
che cos'e' che conta davvero
dimmi dov'e' il posto
l'ora il tempo giusto
mettimi nel tempo giusto
dammi un segno e un posto
stella cometa la notte si fa quieta
e' calmo respirare
e' quieto ritornare alla memoria
di mondi gia' stati di modi gia' usati
per dire spiegare cercare intuire
cosa conta davvero
sto pensando a camminare
non m'importa di arrivare
non ho un posto ne' una meta
una mia stella cometa
sfinge impassibile
di fronte ad un tramonto
statua di cera che cola di sudore
sentire vedere toccare
finire per sempre oppure durare
mistero cosi' vuoto e presente io sono respiro
mistero cosi' vuoto e presente io sono ci sono respiro
mistero cosi' vuoto e presente io sono respiro
mistero cosi' vuoto e presente io sono ci sono respiro
sto pensando a camminare
non m'importa di arrivare
non ho un posto ne' una meta
una mia stella cometasto pensando a camminare
non m'importa di arrivare
non ho un posto ne' una meta
una mia stella cometasto pensando a camminare
non m'importa di arrivare
non ho un posto ne' una meta
una mia stella cometa.