Monday, April 23, 2007

caravaggio bufala&pachino


Roma non è solo un Perimetro Anulare e le piazze di sbocco delle Consolari afferenti…
Roma è anche un Centro.
So bboni tutti, i Residenti, a scenne sottocasa con una bicicletta verde acquamarina col cambio scimàno, un palloncino portante lo slogan coi pupazzetti ambientalisti e far ciao ciao colla manina agli operatori del Tg3…in questa domenica senza polvere sottili…

Se vieni da Fuori, non è lo stesso.
Roma ha un ulteriore anello interno di lamiera che gli fa dogana, meglio che Scenghen.

“Nulla da dichiarare?
Embè, allora vattene.”

Suona così in testa, la resistenza alla permeabilità del veicolo evidentemente superfluo.
Fiaccati a forza di deviazioni davanti ai varchi, qui la lotta è più dura ma tu, se le hai prese di santa ragione, insisti di più.

Fatta la guèra pè ficcà dentro un pertuso blu la macchina,
che del resto, da bravo Criminale,
prendo sicuramente anche per andare a comprare il latte
e potevo pure prende la Metro,
anche se non c’è la Metro da Ariccia
e neanche le fermate in Centro,
ma Roma fa finta che non lo sa,

augurato a Roma di sprofondare appresso alle sue Anfore Undergorund, col beneplacito della sovrintendenza ai beni culturali, il lungotevere tutto e l’anima di treqquarti degli automobilisti combattenti al tuo fianco…

…finalmente sbarco nelle Tavole Centrali del Tuttocittà .

Puoi vederne le sembianze della propria fama, a Roma Centro.
Puoi mangiarti tutto sempre a Roma Centro.

Bella Campo de’ Fiori, hai visto?
…òh, chevvòi un pezzo di pizza coi gamberetti?

A Piazza Navona la Fontana di Bernini è ingabbiata. Ma non importa. E’ bella lo stesso.
…ma bevemose un mojito!

Qui come ti volti ogni palazzo, ogni Chiesa…
…se famo un gelato bacio nutella e tiramisù.

In mezzo al magnamagna&golagola,

dietro Piazza Navona
grazie al mecenatismo di Francia,
si fa i cazzi suoi, vagamente notata da qualche portatore di Guide Turistiche, San Luigi dei Francesi.
Come se nulla fosse, con la semplicità di un gratis, senza una barriera all’entrata, senza una coda al casello, senza stringere in curva, senza comprare nulla… entri percorri la Navata Centrale e ti vedi Tre Caravaggi.

La Vocazione di San Matteo non è un’opera qualsiasi.
Raggi di luce, vestiti d’epoca, facce da popolo, il gesto di Cristo, il gesto di Pietro, Matteo e lo sguardo sui soldi...

e così oltrepassiamo tutto il bufala&pachino, già pensando al Chiostro del Bramante, a Santa Maria del Popolo e al Mosè di Michelangelo.

…adesso già va meglio, posso risalì in macchina e m'è pure tornata fame.

E' una canzone senza titolo
tanto pe' canta`,
pe' fa` quarche cosa...non e` gnente de straordinari
oe` robba der paese nostroche se po` canta` pure senza voce...
basta 'a salute...quanno c'e` 'a salute c'e` tutto...
basta 'a salute e un par de scarpe nove
poi gira` tutto er monno...e m'a accompagno da me...
Pe' fa` la vita meno amarame so' comprato 'sta chitara
e quanno er sole scenne e more
me sento 'n core cantatore
.La voce e` poca ma 'ntonata,
nun serve a fa' 'na serenata
ma solamente a fa` 'n maniera
de famme 'n sogno a prima sera...
Tanto pe' canta`perche` me sento un friccico ner core
tanto pe' sogna`perche` ner petto me ce naschi 'n fiore
fiore de lilla`che m'ariporti verso er primo amore
che sospirava le canzoni mie
e m'aritontoniva de bucie.
Canzoni belle e appassionate
che Roma mia m'aricordate,
cantate solo pe' dispetto,
ma co' 'na smania dentro ar petto,
io nun ve canto a voce piena,
ma tutta l'anima e` serena
e quanno er cielo se scolora
de me nessuna se 'nnamora...
Tanto pe' canta`perche` me sento un friccico ner core
tanto pe' sogna`perche` ner petto me ce naschi un fiore
fiore de lilla`che m'ariporti verso er primo amore
che sospirava le canzoni mie
e m'aritontoniva de bucie

Thursday, April 19, 2007

luoghi per treqquattordici...


Luoghi, perimetri d’azione, confini ai giri abituali di zampette, incroci di percorsi.
Luoghi che restano, oppure che s’allontanano in fondo ad un profondo.
Luoghi ricostruiti sopra, schiere di palazzi a barricare i ponentini che sentivi sulle spalle.
Luoghi con punti di riferimento di cui conosci il caffè, i resti e i parcheggi.
Luoghi che quando li frequenti la mattina, poi ci capiti anche la sera, senza sapercelo nemmeno prima ...ma sempre qua stai?
Luoghi che impregnamo di spirito, poi passa l’impresa di pulizie Il Vento del Tempo S.a.s. e spazza via pregnature, incidenze e concorrenze stocastiche
Luoghi che se ci torni, la prima lama solleva il pelo della memoria, la seconda lo recide a colpi d’orologio. E sei lì sbarbato come un lupo attaccato a un vizio.
Luoghi, fondovalli d’infanzia, muretti e panchine, ex giardini degli anni settanta, vecchi cortili dove il tempo non ha età, bella la vita dicevi tu, tu che stringevi la tua mano nella mia.
Luoghi di tutti i giorni, e invece non erano tutti, erano solo alcuni.
Luoghi forse isole della mente, isole di niente, non potevamo sapere.
Luoghi totalmente abbandonati a sé stessi. Meglio loro che io.
Luoghi dove ti riconoscevano& luoghi dove cianno messo na croce sopra.
Luoghi balordi, entrate dalle finestre, uscite guardinghe. Occhio.

Luoghi su cui sai dare indicazioni stradali, la prima a sinistra, poi giri dov’è il fioraio e sei arrivato, e luoghi in cui continui a perderti da vent’anni per un paio di incroci strabici.
Luoghi che somigliano alle luci al neon intraviste una sera in una bancarella dove si vincevano quisquilie premianti.
Luoghi, angoli di muro, luoghi dove ci passava un autobus, all’ombra dell’ultimo sole.
Luoghi in cui sentivamo una canzone figlia dei tempi, che oggi fa tanto vintage se la incontri in FM.
Luoghi dove sentivamo una radio.

Luoghi, piccoli fulcri delle proprie leve,
aree centripete di raggi d’azione per treqquattordici diviso pè Te e quelle quattro ossa che te ritrovi addosso oggi.

Il carretto passava e quell'uomo gridava "gelati!"
al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti
io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti
All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente e i suoi tarli
e la sera al telefono tu mi chiedevi
perchè non parli
Che anno è
che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove scorrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è...
I giardini di Marzo si vestono di nuovi colori
e le giovani donne in quel mese vivono nuovi amori
camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti tu muori...
se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori
ma non una parola chiarì i miei pensieri
continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri
Che anno è
che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove scorrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è...

Thursday, April 12, 2007

visioni da biro


Di ritorno dal passaggio per le pietre, gli archi e i vicoli del ciociaro borgo di Fumone, m’assale il conclamato Soprassalto Visionario, l’Abitante di Paese che mi porto dentro come una discendenza genealogica annidata nel timbro elicoidale, si ferma a toccare di che son fatte le case, misura le distanze che le separano e s’immagina la vita fuor di condominio, che t’affacci saluti e vedi crescere, il tutto dentro un ambiente non ridotto ad aiuole spartitraffico e chiome d’alberi come intravisti dai buchi della serratura. In appartamenti a misura d’uomo e di famiglia. Con i camini. E fuori gli spazi aperti per la cura delle miopie.

Il suddetto Visionario sogna ADSL diffusa e lavoro distanza, per il ripopolamento di tutti gli abruzzi&molisi, dei resti etruschi, pontini, ciociari e dintorni assortiti.

Una volta parlando con un Direttore di un istituto che s’affaccendava intorno alle sorti poco magnifiche e scarsamente progressive dei comuni montani del Sud, costui mi disse come le distanze tecnologiche, posta l’infrastruttura – e m’hai detto cazzo, yess’i knò - potrebbero virtualizzare l’emigranze e i paesi o borghi riaccogliere annoiati e disoccupati transfughi per ripopolarsi, magari decrementando le folle grumose e merceologicamente addicted delle suburbie cittadine.

Si, io sogno una Rete che porti possibilità, cultura, scambi e contenuti veicolati, contatti e solidarietà. Una Rete che si occupi delle distanze imposte per lasciare ai Singoli nello spazio reale la libertà di movimento, la gestione del tempo, la padronanza delle proprie gambe.

Nel frattempo, in gita libera sui luoghi andati ormai, mi studio tutta una tipologia di Borghi, Rocche e Paesi, che mi vò ad archiviare appresso in questo blogghe, come si ficcano i ritagli nel cassetto, entomologando secondo criteri puramente soggettivi, che mica sto in giurìa del Campiello…

Borghi veri e propri, con i perimetri delineati e i tagli delle pietre squadrati, meritevoli di popolazione residente e sorridente.

Nel Lazio, a dorso di tuscia, puntellati in ciociaria e in odor d’abruzzo:
la scoscesa
Bomarzo, Fumone col castello e la veduta, Vallinfreda la contadina, Cottanello ignota ai più e ai meno, Civita di Bagnoregio, l’equivalente laziale&montano della bretone Mont Sant Michel, che deve morì deve morì ma sempre appesa allo sperone resta… Ci sarebbe pure Calcata, ma là già c’è la fila per entrare e la gente ci fanno i we-candi come fosse una gita ai castelli.

Quelli che non son Borghi ma più Paesi e fanno provincia di sé stessi avendoci qualche abitante in più in pianta stabile:
Orvinio in cui perdersi d’ottobre, Soriano con la sua sagra cimina costumata, Cerreto coi manifesti Cinzano, Nepi e Sacrofano, tutte con gli stemmi incisi sui palazzi comunali e i vecchi al bar. O, nel Pontino, anche Sermoneta – borgo e paese al tempo stesso e già evidenziata dalle Guide di Settore, e Bassiano, nota per il prosciutto.
Cerveteri già fa demografia oltremisura e pretende municipalità oversize.

E le Nicchie, quelle che misurano un giro di camminata e un numero di vie contate sulle mano: la perimetrata
Ceri, Fossanova con la bell’Abbazia nota anche per il Buen Retiro di San Tommaso che ivi ci morse, Trevignano nascosta dietro il lago.

Nell’Abruzzo selvaggio, forte e gentile:
Castel di Tora, Lucoli sì cara a chistu còre e Arsoli che son Paesi. Santo Stefano in Sessanio, Rocca Calascio e Carapelle che invece fanno Borgo, la cima di Carsoli abbandonata nella neve d'inverno, col suo albero della libertà...

Passanti menzioni per la Toscana per
Pitigliano e Sorano, ma qui i Paesi crescono, mirano a giocare la C2, accolgono turisti dall’Anglosassonia United, producono Enti del Turismo che dispensano caramelle e opuscoli, fiorisce già la vendita di Souvenir. Anche nelle Nicchie, come Soana.

Fuori Appennino, scarsi ricordi di una
Caserta Vecchia, ben nascosta dall’omonimo comune in tutt’altre dimensioni coinvolto. Probabile che negli ultimi vent’anni se la siano mangiata, io non posso sapere.

Ma il futuro mi sa più di Dorsale. Mi concentrerei su quella. Restringendo il campo.
Quando il sistema collasserà e i nazisti torneranno ad invadere le città, sarà dalla dorsale adriatica e dall’arco tirrenico che si organizzerà la sopravvivenza dell’uomo. Ma questa è proprio un’altra storia. Veramente troppo Visionaria…


Non ce l'ho la biro!

Eh, eh! non c'ho la biro!

Eeeh.. Vabbè, non c'ho la biro, e allora?

No scusi... eh, lo so anch'io che è duro stare in fila,

l'ho fatta anch'io la fila, senza la biro...

eh, se c'avevo la biro, ce lo dicevo a lei?

ce la chiedevo a questo qui?

no,e allora?

Abè, allora stiamo qui tutta la vita perché io non c'ho la biro...

Capito..Ah, grazie.

Me l'ha data...

Grazie.

A rendere eh?


El me’ indiriss

de dûe sün nassü

mi me le ricordavi gnanca pû:

a l’era una câ vecia e per pissà,tripli servissi, sì, ma in mess al prà!

El me indiriss de dûe sün nassü

me l’han ricordà iér, dentr’in Común:

cercavi un docümént de residénsa

e mi, m’è vegnü in ment tutta l’infansia...

a s’erum una banda de sês fieu;

volevum trà per aria tutt’el mund,

fasevum la colletta alla mattina

per quatter Alfa e dû Espurtasi

únTurnavi a cà la sera, e la mia mamma

la me nettava el nas tutt spurch’de sang’

perchè la legge l’era de dài via,

ma l’era anca quella de ciapànn!

Pensarci ben, chissà che fine ann fatt

chî mé cumpagn balord de sciupà el mund!

Ma poeu, la vita va; fa quel che voeur:

chi va, chi resta chi, chi invece moeur…

Ma énn giàmò passà deu o tri minüte mi,

me rendi cûnt che ò rott i ball:

ci ho qui un bel docüment de residénsa…

cià via a menare!

…e scaricare anca l’infansia!


Non ce l'ho la biro,

se ce l'avevo non c'ero mica obbligato a chiederla a questo signore qui..

Eh, scusi, lo so che è duro stare in fila, se non c'avevo la biro..

No, qui uno che lavora al tornio senza la biro è un pirla..

Tuesday, April 10, 2007

frattempi e fumone

Certi periodi sò frattempi, da aspettare come aspettano i contadini che jettano le semenze and then go back in the country accanto al fuoco ad aspettà.

E fai cose che sono nel mentre, che si circostanziano in sala d’aspetto, che prefigurano scenari o alleggeriscono attese.


So frattempi de qualcos’altro che invece è dopo, so intuizioni nascoste o promesse avvistate...

…mentre dimostriamo apertamente al mondo quanta luce entra dalle finestre e come si allaghino le cangianze dall’arancio al viola, raggianti lungo tutt’uno spettro di color/color cromanticamente sincere e leggere e fanno arco superiore i volti segnati&ritratti in vivida rosserìa, al centro di quel preciso momento che coincide con sempre e non passa poi mai…

…mentre m’impartiscono ripetutamente istruzioni circa tutti i frattempi altrui alienati che intercorrono tra i ritmi cardiaci propri, sempre per la storia della pagnotta e del sudore, indifferente al fatto che il sole inizia a scaldare, le giornate si allungano e il tempo è variabile che pure ci compete addosso…

…mentre s’esauriscono i resti della Pasqua e tutte le tradizioni che con piacere abbiamo preso a mozzichi e divorato, rispettando il dolce e il salato nel richiamo perenne del buon ricordo mnemosapido…

…mentre il sonno, che ancora ci raggiunge presto, dopo tutto sto formicolio brucolante di lettere e schermate susseguentesi ad orario continuato davanti l’occhietti santi, fiacca&stanca e rimanda le glorie al tempo che aspetta dietro l’angolo…

E dentro un frattempo, ho attraversato uno dei tanti Borghi che meriterebbero una popolazione residente e una vita vissuta come ai tempi in cui posero le prime pietre, e non certo per farci i presepi... ma questa è un’altra storia, non è la storia dei frattempi, quei frattempi che vediamo passare oggi, per raccoglierli domani, quasi fossero grano.


Frattempi che passano come canzoni nel mentre

Mentre la notte scendeva stellata stellata
lei affusolata nel buio sognava incantata
e chi mi prende la mano stanotte mio Dio
forse un ragazzo il mio uomo o forse io
lontana la quiete e montagne imbiancate di neve
e il vento che soffia che fischia più forte più greve
e che mi sfiora le labbra chi mi consola
forse un bambino gia grande o io da sola
passava la notte passavano in fretta le ore
la camera fredda gia si scaldava d'amore
chi troverà i miei seni avrà in premio il mio cuore
chi incontrerà i miei semi avrà tutto il mio amore
la luce discreta spiava e le ombre inventava
mentre sul mare una luna dipinta danzava
chi coglierà il mio fiore bagnato di brina
un principe azzurro o forse io adulta io bambina
mentre la notte scendeva stellata stellata
lei affusolata nel buio dormiva incantata
chi mi dirà buonanotte stanotte mio Dio
la notte le stelle la luna o forse io

Friday, April 06, 2007

Buona Pasqua lo stesso


Buona Pasqua. Non è difficile da dire. Però vi si immette la questione fideistico religiosa e allora risulta ostico, che poi come la metti con la facciata pubblica e il papa e i cattolici? Buona Pasqua – quindi sei a contro le convivenze, i matrimoni ominosessuali, la ricerca sugli embrioni, l’aborto e l’eutanasia? - No. Ma Buona Pasqua lo stesso.

Buona Pasqua. Ma soprattutto buona pasquetta, l’abbacchio il capretto e la pizza terzana. Non ti abboffare di Colomba eh… Ma non era meglio Buona Pasqua e basta?
Cosa hai trovato dentro l’uovo? - Sto cazzo, che devo trovà…! -

Buona Pasqua - in fondo è esagerato, già a natale ci scappano gli auguri per osmosi d’atmosfera, almeno per questi operiamo un risparmio laico. E’ una festa minore, non ci esponiamo.

Buona Pasqua, il significato laico della Rinascita l’ho fatto mio altre volte. Mangiavo ravioli e metabolizzavo cambiamenti, sostituivo carboidrati scacciando resti emotivi. Oggi non devo rinascere e non cambio per non morire.

Buona Pasqua. Ho visto al Lùvre cicli d’arte sul tema della crocefissione. Ho ascoltato le storie e imparato i nomi dei personaggi, le tre marie e i portatori di croce. Non ne farò un uso catecumenale, ma non m’è dispiaciuto impararli. Letture Esopiche Profane. Spero sostituiscano retaggi gossip nei neuroni della memoria.

Buona Pasqua. Potrei anche non mangiare carne oggi. E restare ateo lo stesso. E non sentirmi in contraddizione.

Buona Pasqua. Ricordo pasquette lungamente attese e le vacanze dei tempi della scuola. Era bello rincontrare, rivedere, riannodare, e i ritrovi, le luci dei lampioni, le bevute, le fiaccolate, i fumetti la mattina al letto, i carciofi, il camino, le partite sulla spiaggia, e treni d’argento vivo scambiati in corsa con quanti c’erano e sono passati sui binari. E martedì senza andare a scuola. Se usciva il sole faceva primavera davvero, altro che rondini.

Buona Pasqua, un giorno mi piacerebbe passarla a Siviglia, con tutto quel colare di sacro&profano in cui infilarsi.

Buona Pasqua.
Pure se non ci credo, per me fa lo stesso.

Venuto da molto lontano

a convertire bestie e gente

non si può dire

non sia servito a niente

perché prese la terra per mano

vestito di sabbia e di bianco

alcuni lo dissero santo

per altri ebbe meno virtù

si faceva chiamare Gesù.

Non intendo cantare la gloria

né invocare la grazia e il perdono

di chi penso non fu altri che un uomo

come Dio passato alla storia

ma inumano è pur sempre l'amore

di chi rantola senza rancore

perdonando con l'ultima voce c

hi lo uccide fra le braccia di una croce.
E per quelli che l'ebbero odiato

nel getzemani pianse l'addio

come per chi l'adorò come Dio

che gli disse sia sempre lodato,

per chi gli portò in dono alla fine

una lacrima o una treccia di spine,

accettando ad estremo saluto

la preghiera l'insulto e lo sputo.
E morì come tutti si muore

come tutti cambiando colore

non si può dire non sia servito a molto

perché il male dalla terra non fu tolto
Ebbe forse un pò troppe virtù,

ebbe un nome ed un volto: Gesù.

Di Maria dicono fosse il figlio

sulla croce sbiancò come un giglio.

Wednesday, April 04, 2007

Profondo Verde


Progetto Mare Domani.
Se compri una casetta in collina oggi, tra quindici anni te la ritrovi sul mare.
Pertanto la previdenza dimostrata sarà valorizzata nel tempo.
E si potranno pure fare i tuffi dagli speroni o ritrovarsi una grotta della foca monaca in cantina.

Ma questo è solo un minuscolo esempio di quanto si potrebbe fare organizzando le conoscenze ambientali attuali e incentivando le vocazioni speculative ecumeniche.

E' bene saper guardare un pò più in là di fronte ai cambiamenti climatici evitando catastrofismi apocalittici, tipici, del resto, di una certa sinistra cocomerara e statalista. Cazzo te ridi ? Basta incubi da Profondo Rosso, Profondo Verde ci vuole.

Effettivamente si potrebbe pensare ad un’ ottimizzazione dell’effetto serra,
magari attraverso cannoni di lacca rivolti su settori strategici per filtrare sto cazzo di buco dell’azono in maniera economicamente razionale così da avere temperature calde solo sul litorale di ostia, dove allora si potrebbe pure investire in depuratori, garantire 12 mesi di stagione balneare e sfogo sempiterno sul mare alle metropoli o magari anche nevicate concentrate sulle dorsali appenniniche e sull'archi alpini, con conseguente rilancio delle settimane bianche e scaturimento di nuove stazioni lòcost, pioggia nei deserti per la fertilizzazione e auspicabile rivoluzione agricola indotta e magari clima temperato nelle principali città d'arte che evitiamo pure lo spettacolo dei tedeschi coi piedi in ammollo nella fontana di piazza di spagna. Dallo scioglimento dei ghiacciai si potrebbe canalizzare un apporto idrico tale da soddisfare le necessità dei popoli che come tutti sanno è il bene più prezioso e le prossime guerre altrimenti saranno per l'acqua, che quelle per il petrolio iniziano a stuccare e compromettono le relèscionscìp cogli arabi che poi jettan’e kamikaze in miezz’ a via.

E invece ci si perde dietro formule allarmistiche:

"la desertificazione avanza"... diciamoci la verità, avanza laddove comunque non c'era comunque un caz…molto da divertirsi. Cosa vuoi che gli faccia qualche metro di deserto in più all'anno in Mauretania? Pure se gli ridai il deserto, poi che hai realizzato? Ci parcheggi i cammelli?

"le acque tropicali si scaldano" embè meglio, non si dovranno aspettare più tre ore prima di fare il bagno, il pesce arriva intenerito a tavola. I mitili ringraziano e si dischiudono. Se famo du spaghi. Mari&Monti.

"l'orso marsicano non riconosce più le stagioni e non va in letargo" e vabbè, sarà un pò rincoglionito di sonno, ma tanto non è che prima prendeva il diploma.

Il Pò? Se si finisse di seccare sarebbe un circuito naturale per competizioni con ampio parcheggio nel delta. Un rilancio per tutta l'economia padana.

Che con un pò di scienza applicata al fenomeno e discrete bordate d'effetto serra, potremmo anche risolvere il problema del sovraffollamento della terra attraverso il miglioramento dell'atmosfera lunare e caltagironesca occupazione di quel suolo.

L'effetto serra è un'opportunità irripetibile.
Portiamo il mare sulla luna e ci sarà un indotto incrementale per l'occupazione pari a cinque milioni di posti di lavoro. Lasciamolo in balìa dei verdifuori/rossidentro e poi però non ci lamentiamo se sulla spiaggia ci troviamo le siringhe. Così è, vendere o lasciare.


Giorgio Gaber > Si Può


Si può

si può

si può,

siamo liberi come l'aria

si può

si può,

siamo noi che facciam la storia

si può.

Si può, io mi vesto come mi pare si può,

sono libero di creare si può,

son padrone del mio destino si può,

posso mettermi un orecchino.

Si può, fare critiche dall'esterno

si può, sputtanare tutto il governo

si può, non far uso dei congiuntivi si può,

siamo liberi e trasgressivi.

Basta uno spunto qualunque e la nostra fantasia non ha confini

basta un pennello, un colore

e noi siamo pronti a perpetuare la creatività dei popoli latini.

Si può, fare i giovani a sessant'anni si può,

regalare i blue-jeans ai nonni si può,

in ignobili trasmissioni si può,

schiaffeggiarsi come coglioni.

Si può,

far politica coi fumetti si può,

divertirsi con Andreotti si può,

con la satira che straripa si può,

fare il verso persino al papa.

Con quella vena di razza italiana

che è vivace e battagliera è naturale

che poi siamo noi che possiam cambiar tutto

a patto che si lasci tutto come era.

Si può, siamo liberi come l'aria,

si può si può, siamo noi che facciam la storia,

si può libertà, libertà, libertà, libertà obbligatoria.

Sono assai cambiato, sono così spregiudicato sono infedele,

sono matto, posso far tutto.

Viene la paura di una vertigine totale,

viene la voglia un po' anormale di inventare una morale utopia, utopia, utopia-pia-pia.

Si può, ignorare gli intellettuali si può,

fare il tifo per gli animali si può,

far la guerra per scopi giusti si può,

siamo autentici pacifisti.

Per ogni assillo, rovello sociale, sembra che la gente goda

tutti che dicono la loro, facciamo un bel coro di opinioni

fino a quando il fatto non è più di moda.

Si può, rovesciare la notte e il giorno si può,

eccitarsi con un film porno si può,

patteggiare sulla galera si può,

ricantare "Faccetta nera".

Si può, trasgredire qualsiasi mito si può,

invaghirsi di un travestito si può,

consultarsi con una strega si può,

farsi ognuno una bella lega.

In questa tua libertà illimitata

di espressione e di parola

l'unica rivoluzione che noi abbiamo fatto ha un difetto:

è la rivoluzione della Coca-Cola.

Si può, siamo liberi come l'aria, si può

si può, siamo noi che facciam la storia,

si può.

[parlato] Ma come? Con tutte le libertà che avete, volete anche la libertà di pensare? Utopia, utopia, utopia-pia-pia. Libertà, libertà, libertà, libertà, libertà, libertà, libertà, libertà, libertà, libertà, libertà, libertà...

Monday, April 02, 2007

Visioni d’Aspidistra


Arispuntiamo lo sprint da smozzicate d’autore, decontestualizzando cut&paste e riadattando alla mia bisogna d’incipit.
In “Fiorirà l’Aspidistra”, Giorgio Oppurbene – George Orwell per gli anglodotati – manda avanti un protagonista intriso d’anticonformismo autoreferenziale, con vista sul proprio naso, che si ritrova in una selva oscura, classicamente smarrita la retta via, di fronte al profilarsi di un futuro non ben sagomato e, manonmelodire, precario. His name is Gordon.
C’è qualche analogia di percorso con Rob di “Alta Fedeltà”, ma nun s’allargamo affà le Vite Parallele,che la mia libreria è un Flarke dell’Ikea, mica l’Alessandrina.
Gordon, per inciso, non considerava che si potesse vivere solamente facendo cose e vedendo gente, come le amiche di Michele Apicella.
Il fatto è che Gordon realizza, in uno di quei sette istanti karmakameleonici che corrispondono alle illuminazioni circa il travaso di sé ad un’altra fase di vita, come il cielo ad una certa età smetta di essere un barbaglio indistinto dove tutto pòesse, per assurgere a grigia cappa di piombo che ci fai sboing de capoccia se nun te dai n’organizzata, fosse anche solo per poter andare a comprare il proprio pane, stante l’invariabile del tempo che passa.

Cosa ci proietta oltre lo sboing?
Come hanno fatto ad arrivarci altri,
ammesso che non abbiano fatto finta grazie al vecchio trucco del prosciutto on the eyes ?

Le Visioni.

La possibilità intravista sullo sfondo…

il desiderio di un futuro che sorride a quelli come noi
uno spermatozoo da far crescere insieme
la visione del proprio talento in opera
un libro che dal cassetto verrà fuori con la copertina
un lavoro alle poste o un franchising da avviare
un attesa che valeva la pena aspettare
una viaggiatrice che aspetta col sorriso di partire
l’incontro aspettato quando lavoravi scalpellando caratteri sui propri tratti semantici


…la consapevolezza che ora tocca a me

Ognuno con la propria visione.
Che non starò qui a dire quale sia la piùmmeglio
L’importante è prenderne un filo da srotolare, un pezzo da ficcarsi in tasca, una percentuale da incrementare.
Come la intravedi, azzanna coi denti, astrigni colle mano e non mollare.
Credere nei futuri è difficile. La fede è’ una virtù dei forti. O degli ingenui.
Beato chi ce l’ha, peccato per chi ci si acceca.

Ma la visione è già un passo avanti.
Mollarla vuol dire sboing.



Ogni pensiero può cambiare il destino,

persino un bambino sa farlo,

basta avere un sogno,

e poi stringerlo in pugno,

vedrai si avvererà.

Mio caro amico,

ti ritrovo deluso

per qualche casino

e fai il muso

Tu dimmi chi è stato

come ha potuto

vedrai si risolverà

Adesso fermati e non ci pensare più

però ricordati che a decidere sei solo tu

Tu farai splendere ogni giorno il sole

Guarda intorno, sta negli occhi delle persone

Davanti a un muro c'è chi fischia e fa il giro

lamenta che il mondo è cattivo

Non è nel mio stile

bisogna salire

chi non prova ha perso già

Niente è per caso

ogni nuovo secondo

ha il suo peso se lo stai vivendo

così vive il fiore che sceglie

di non appassire di non appassire

Adesso fermati e non ci pensare più

però ricordati che a decidere sei solo tu

Tu farai splendere ogni giorno il sole

Guarda intorno, sta negli occhi delle persone

Tu farai splendere ogni giorno il sole

Guarda intorno,

sta negli occhi delle persone

Tu farai splendere ogni giorno il sole

Guarda intorno, sta negli occhi delle persone

Tu farai splendere ogni giorno il sole

Guarda intorno, sta negli occhi delle persone

(splendere ogni giorno il sole...)

(splendere ogni giorno il sole...)