Monday, July 31, 2006

ridatemi il cervello che basta alle mie mani

Voglia di scrivere oggi proprio non ne ho.

E neanche di riallineare sto blogspot del cazzo che mi decide sempre lui l'impaginazione.


Però…

dietro l’angolo del calendario s’intravede una meraviglia.

Attualmente ci hanno messo un velo nero, ma non vedo l’ora di strapparlo


Chi va dicendo in giro

che odio il mio lavoro

non sa con quanto amore

mi dedico al tritolo,

è quasi indipendente

ancora poche ore

poi gli darò la voce

il detonatore.

Il mio Pinocchio fragile

parente artigianale

di ordigni costruiti

su scala industriale

di me non farà mai

un cavaliere del lavoro,

io son d'un 'altra razza,

son bombarolo.

Nel scendere le scale

ci metto più attenzione,

sarebbe imperdonabile

giustiziarmi sul portone

proprio nel giorno in cui

la decisione è mia

sulla condanna a morte o l'amnistia.

Per strada tante facce

non hanno un bel colore,

qui chi non terrorizza

si ammala di terrore,

c'è chi aspetta la pioggia

per non piangere da solo,

io son d'un altro avviso,

son bombarolo.

Intellettuali d'oggi

idioti di domani

ridatemi il cervello

che basta alle mie mani,

profeti molto acrobati della rivoluzione

oggi farò da me senza lezione.

Vi scoverò i nemici

per voi così distanti

e dopo averli uccisi

sarò fra i latitanti

ma finché li cerco io

i latitanti sono loro,

ho scelto un'altra scuola,

son bombarolo.

Potere troppe volte

delegato ad altre mani,

sganciato e restituitoci

dai tuoi aeroplani,

io vengo a restituirti un po' del tuo terrore

del tuo disordine del tuo rumore.

Così pensava forte un trentenne disperato,

se non del tutto giusto quasi niente sbagliato,

cercando il luogo idoneo adatto al suo tritolo,

insomma il posto degno d'un bombarolo.

C'è chi lo vide ridere davanti al Parlamento

aspettando l'esplosione che provasse il suo talento,

c'è chi lo vide piangere un torrente di vocali

vedendo esplodere un chiosco di giornali.

Ma ciò che lo ferì

profondamente nell'orgoglio

fu l'immagine di lei

che si sporgeva da ogni foglio

lontana dal ridicolo

in cui lo lasciò solo,

ma in prima pagina

col bombarolo.



Sunday, July 30, 2006

con le lucciole e le cicale

Strano we-cand. ma capita sempre così quando mi rimbatto negli echi dei vent'anni - si è stupidi davvero- , e soprattutto nelle memorie dal sottosuolo dalle estati che furono. troppa acqua è passata sotto i ponti, eventi, anche dolori, cambiamenti e vita vissuta, non solo età, perchè quella con una capriola si ribalta. Non è il tempo, sono i movimenti che lo attraversano. Quanta n'è passato di argento vivo per le strade migliare razionaliste e bonificate, per il lungomare e nei parcheggi ... facce, spiagge, storie, quantità indefinite di canne e affinità psicotrope - e sti cazzi diciamolo - rincorse e frenate, età in crescendo scorciatoie fuochi fiammate albe e soggetti messi in mezzo. mesi e mesi per anni e anni. da quando ci spuntarono i peli a quando ci pagavamo le cene col sudore della fronte.

Sandro ha un figlio e sta in provincia di milano. ci sta bene ormai e si vede. la dimensione giusta è questa. e chi eccepisce...

Liuk brancola nel precariato, ma conserva il minimo alto, l'aria del lupo e vent'anni di scorta in tasca che un pò è stanco, in fondo lo è sempre stato, ma se serve li tira fuori prima che tu dica a.

le ragazze da marito, effettivamente giunge voce che si siano sposate.

gli svuoto la bottiglia di amaro a Liuk, e non posso fare a meno di pensarci, che qualcuno ci manca. tanto lo pensiamo tutti pure senza dirlo, però oggi iniziamo a crederci... che poi... poi... poi ci troveremo come le star.

Quello che si prova

non si può spiegare qui

hai una sorpresa

che neanche te lo immagini

dietro non si torna non si può tornare giù

Quando ormai si vola

non si può cadere più....

Vedi tetti e case e grandi le periferie

E vedi quante cose sono solo "fesserie"...

E da qui....e da qui...

...qui non arrivano gli angeli

con le lucciole e le cicale..

E da qui....e da qui....

"non le vedi più quelle estati lì" "quelle estati lì"

Qui è logico cambiare mille volte idea

ed è facile sentirsi da buttare via!!

Qui non hai "la scusa" che ti può tenere su

Qui la notte è buia e ci sei soltanto tu

Vivi in bilico e fumi le tue Lucky Strike

e ti rendi conto di quanto le maledirai.....

E da qui....e da qui...

qui non arrivano "gli ordini"

... a insegnarti la strada buona...

E da qui....e da qui....

QUI NON ARRIVANO GLI ANGELI...

Saturday, July 29, 2006

chi dorme sti cazzi dei pesci


Arrivi al punto che sei distrutto, le ore passate a barattare stress per quei quattro soldi dell’affitto, e poco più, le ore di sonno recuperate alla vita malgrado le spine della sveglia, il caldo che aspettava il momento, non di certo nell’ombra, di sfiancare le mie quattro ossa che tanto bene gli resistono, il conto che ti dice dai almeno questo concerto lo puoi saltare…

Dodici ore o quasi di sonno.

E poi verranno a chiederti: che fai oggi?

Un cazzo.

Un’emerita.

Sò solo che farò tardi qualunque cosa sia.

Chi ha tempo aspetti il tempo, la puntualità è una psicopatologia socialmente indotta, sono sicuro che i primi a chiederti cosa fai a capodanno sono quelli puntuali.

Me vojo riposà. Voglio stare spento. Sentire che le sinapsi tengono il minimo e le cellule tra la punta dei piedi e quella dei capelli non fanno una ceppa, semplicemente piccoli giri come sull’altalena e si rilassano come quando fai il morto a galla. Se pure mi annoiassi un po’, al limite dormo ancora.

Dormire è bellissimo. Acqua fresca quando hai sete, vino e sonno. E l’uomo campa. Vabbè poi pure il cìccheciacchè d’amorosi sensi, ma questo si capiva pure se lo lasciavo scritto in bianco tra le larghe righe che blogspot generosamente mi piazza e non c'è modo di dirgli che ne vorrei meno di spazio interrigale.

Poi domani rinizia l’estate, tutta una tirata fino a settembre inoltrato, no? Senza fretta, che abbiamo appena cominciato.

Vivere

è passato tanto tempo

Vivere

è un ricordo senza tempo

Vivere

è un pò come perder tempo

Vivere

e sorridere dei guai

così come non ho fatto mai

e poi pensare che domani sarà sempre meglio

oggi non ho tempo oggi voglio stare spento

Vivere e sperare di star meglio

Vivere e non essere mai contento

Vivere come stare sempre al vento

Vivere...come ridere

Vivere anche se sei morto dentro

Vivere e devi essere sempre contento

Vivere è come un comandamento

Vivere o sopravvivere senza perdersi d'animo mai

e combattere e lottare contro tutto contro!...

Oggi non ho tempo

Oggi voglio stare spento

Wednesday, July 26, 2006

miraggi eroici


Prima il testo, poi il resto ... magari sapessi mette pure l’attacco del pezzo...

I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away
We can beat them, just for one day
We can be heroes, just for one day
And you, you can be mean

And I, I'll drink all the time
'cause we're lovers, and that is a fact
Yes we're lovers, and that is that
Though nothing, will keep us together

We could steal time, just for one day
We can be heroes, for ever and ever
What do you say?
I, I wish you could swim

Like the dolphins, like dolphins can swim
Though nothing, nothing will keep us together
We can beat them, for ever and ever
Oh we can be heroes, just for one day
I, I will be kingAnd you, you will be queen

Though nothing will drive them away
We can be heroes, just for one day
We can be us, just for one day
I, I can remember

Standing, by the wall
And the guns shot above our heads
And we kissed, as though nothing could fall
And the shame was on the other side
Oh we can beat them, for ever and ever
Then we could be heroes, just for one day
We can be heroes Just for one day

Ecco che luglio si stringe, s’intravedono le partenze, si allungano le prospettive geografiche perchè agosto è il mese della mobilità anche per chi undici mesi allànno stanzia nei perimetri dai passi contati , per scarsa attitudine ai panorami. O per chi ha scalpitato dietro le bianche abbronzature in word degli uffici, i caffè delle macchinette, i km quotidiani di andata&ritorno sull’appia o sul resto del tuttocittà.
Eppure stento a crederci.

Come se filtrasse un raggio e capisci che dietro c’è il sole, sposta ste ultime cazzo di pietre e ci arìvi all'uscita vista mare, diocristo, voglio le giornate che non sai che cazzo fare, ma va bene così, che le quattro del mattino sono un’ora come un’altra, che il 10 agosto è san lorenzo, punterò la mirata all’arco cadente della stella, sto lì che l’aspetto, e gli dico quello che gli devo dire, o non dire, senza fretta. Visto da oggi,dietro le pietre, quasi un’ impresa eroica, ma poi quando attacca il pezzo, con quella musica, lo sai che bello...

Tuesday, July 25, 2006

La storia siamo noi: è semplice.

Tra De Gregori e compagnia cantante, la differenza salta agli occhi.
La compagnia cantante ha la strada segnata, Degre può scartare di lato e saltare la prosa con il linguaggio della cardiologia e i suoi ferri del mestiere, la chitarra come bisturi e la voce per penetrare.
E’ scandaloso De Gregori.
Scandaloso quando si racchiudeva nelle parole, capace di mettere una bottiglia intera in un solo bicchiere, e ti diceva che se Luigi si sporge verso l'acqua sono solo fatti suoi, e non c’è niente da capire, scandaloso oggi, che dopo trentanni&passa di bicchieri ti dice che “L'amore ha sempre fame, /non l'avevi notato? /E dice "Sempre!" con disinvoltura, / senza paura dice "Mai!" / Senza paura mai” ... e tu dici sì, ce ne dovevamo solo accorgere, ascolti la voce del principe che ti restituisce il battito con un giro semplice come un piatto di grano, ti parla delle stelle, che sono tante, milioni di milioni, e De Gregori oltre che cardiologo è anche astronomo, e sottolinei con un applauso, l’applauso del pubblico pagante e della gente che fa la storia. Tutta la gente, Girardengo sullo stradone e Sante Pollastri (che si racconta qualcuno ha tradito), la donna cannone col suo enorme cuore burttato tra le stelle e i matti che non hanno il cuore o se ce l'hanno è sprecato.

Dio, se c’era, faceva le foto. (cercando di prendere anche ostia antica sullo sfondo)

La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.

E poi ti dicono "Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera".
Ma è solo un modo per convincerti
a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone,
la storia entra dentro le stanze, le brucia,
la storia dà torto e dà ragione.

La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere,
siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere.
E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare,
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,
che sanno benissimo cosa fare.
Quelli che hanno letto milioni di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare,
ed è per questo che la storia dà i brividi,
perchè nessuno la può fermare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
siamo noi, bella ciao, che partiamo.
La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano.
La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano

Monday, July 24, 2006

ciao sally


malgrado non sia un film drammatico in bianco e nero, nemmeno italiano, nemmeno europeo, malgrado sia stato prodotto nel bosco di holly, non c'è mastroianni nè claudia cardinale, nè la sandrelli manfredi o gassman, senza nazisti, senza i vichi di napoli senza i figli di almodovar ... senza neanche de niro scorsese coppola e i grandi degli anni 70...

...tanto per dire che mi è piaciuto tanto lo stesso sto film.

ci ho messo quindici anni per arrivarci ma si vede che dovevo aspettare

Saturday, July 22, 2006

Fossati organico

Quand’ero piccolo

e tutti mi scherzavano...

anzi no, qualche anno dopo, nelle lunghe nottate estive di noi ventenni raggruppati come lupi sul litorale agropontino, tante volte ci placavamo i momenti ansiolitici con una semplice frase, la frase di Sandro: “c’è tempo per tutto nella vita”. Perciò, risfodera i canini, infuoca i punti rossi e vai….
C’è tempo sull’orizzonte ottico e si dovrà pur vedere, ora che stiamo in mare.
… c’è un tempo che comincia da poco tempo e porta con sé il brillare naturale degli occhi, fosse pure scambiato per pianto, e ce n’è un altro che va avanti da sempre, che parte dalle foto col borotalco e si ferma spesso la domenica a pranzo, c’è un tempo che s’ è chiuso, ci hanno fatto i lavori sopra e non lo riconoscerebbe più neanche la madre, c’è un tempo che ci aspetta per farci vedere come cambiano le cose e perdonarci con un bacio sulla bocca per ogni chiamata persa della responsabilità.
C’è tempo. Un tempo che comincia profondamente come un suono di organo benedetto da molto lontano. Un po’ come l’organo di “smisurata preghiera”.
Fossati questa l’ha scritta nella sua fase organica.

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno
teso come un lino a sventolare.
C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.
C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini
quando è l'ora muta delle fate.
C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.
È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo,
c'è tempo c'è tempo,
c'è tempo per questo mare infinito di gente.
Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui
arruffato dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.
C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà un attimo fotografato,
dipinto, segnato e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere
come sarebbe stata la sua fotografia.
C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle l'istante in cui scocca
l'unica freccia che arriva alla volta celeste e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo da molto lontano
è il tempo che è finalmente o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai accanto a te
nuovamente mano alla mano
che buffi saremo se non ci avranno nemmeno avvisato.
Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare






Friday, July 21, 2006

oggi sto qui...

Thursday, July 20, 2006

accetta il consiglio



Siccome a sbagliare sono bravissimo da me,
i consigli altrui per lo più da una parte mi entrano, e seppure stanziano & fanno tutto il giro della calotta come il fluido nei tubi degli alambicchi, è pressocchè scontato che alla fine dall'altra parte evaporano .
poi qualcuno ogni tanto te lo tieni di consiglio, magari quelli che si sono innestati su un grugno già sbattuto di suo, o che si sono rivelati figli di una percentuale non minore.
Non stiamo parlando di: ti consiglio questa strada perchè tagli per dentro e salti il semaforo di Pavona che c'è sempre traffico oppure ti consiglio di andare a mangiare da Betto perchè il sugo di animelle coi carciofi... ma di esistenzialismi zippati, per venire incontro alle nostre limitate possibilità empiriche.
E allora giù riversate parole ed estrapolati frammenti d'autore e frattaglie di Neruda, piccoliprinicipi e siddarti alla spina, pilastri orientali e aforismi pop di wharol, capi indiani e filosofie di popoli lontanissimi, linee guida eschimesi e manuali per il tiro con l'arco. Prevert e Coeglio.

E Sgalambro, seppur non siano parole sue, che ieri, solito sanchopanza di francuzzo battiato, ha declamato questo "accetta il consiglio" ( battiato/sgalambro verscion).

E lo vojo fa pur'io il copìncolla di saggezze interiori, tiè, anche perchè il finale fa sì che tutto torna.



Vi voglio rifilare un paio di buoni consigli.
Godete del potere e della bellezza della vostra gioventù senza pensarci.
Oppure pensateci (tanto è lo stesso).
Se ci pensate troppo scompaiono subito.
Bellezza e gioventù le capirete solo una volta appassite,
Dicono i saggi.
Ma non vi illudete troppo.
Tra vent’anni guarderete le vostre vecchie foto come dei santini:
le adorerete in ginocchio.

Quante possibilità avevate e che aspetto magnifico,
Non eravate per niente grassi come vi sembrava.
Niente pance.
Ma questo è il consiglio: la pancia non esclude l’erotismo.

Guardate Socrate: pancione e grande amatore.
Non preoccupatevi del futuro,
oppure preoccupatevene, fate voi.

Fate una cosa quando siete spaventati. Cantate.
Il canto è esistenza.

Non siate crudeli oppure siatelo ma solo un pochino.

Lavatevi bene i denti!
Pulite, strigliate il vostro corpo...

Non perdete tempo con l’invidia...
I Greci però l’apprezzavano e la attribuivano anche agli Dei: tenetene conto.

Guardate con terrore la ragazza accanto: un giorno potrebbe essere vostra moglie.
E voi ragazze guardate con orrore quel giovanottone che siede accanto a voi: un giorno potrebbe essere vostro marito!

Ricordate tutti i complimenti che ricevete.
Scordate gli insulti ma non tutti.
Conservate quello che vi è piaciuto di più.

Conservate le vecchie lettere d’amore.
Che ridere!

Non sentitevi in colpa se non sapete cosa fare della vostra vita.
Le persone più interessanti che conosco,
a ventidue anni non sapevano che fare della propria.
Ma anche dopo.

Forse vi sposerete, forse no.
Ma se non vi sposerete non potete divorziare: pensateci.

Godetevi il vostro corpo, usatelo in tutti i modi che desiderate.
Si, anche in quello...

Ballate!
Anche se il solo posto che avete per farlo è il soggiorno di casa vostra.

Leggete "Così parlò Zarathustra" ma tappategli prima la bocca.
Anche lui dà consigli. O lui o me.

Leggete ogni genere di istruzioni ma non eseguitele.
Fatelo con i medicinali: prima buttate le istruzioni, poi i medicinali.

Cercate di conoscere bene i vostri genitori.
Non potete sapere quando se ne andranno... (finalmente!)
Datevi da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita.

Vivete a Canicattì ma lasciatela prima che vi indurisca.
Vivete a Roma ma lasciatela prima che vi rammollisca.

Siate cauti nell’accettare consigli, e pazienti con chi li dispensa.

Accettate quest’ultimo consiglio: non accettate mai consigli

Wednesday, July 19, 2006

tra noi si scherzava a raccogliere ortiche


Beddu, Francuzzo, t'aspettiamo stasera, camìntu-mailàif e portaci con leggerezza i contrabbandieri macedoni, la carta di riso, vivaldi e l'uva passa, il perduto amòr e il sentimiento nuevo...
coi tuoi passi danzerecci accennati buffamente a rapidi tocchi come richiami uàcciu-uàri,
e l'accenno di codino da foreveryoung ...



Una vecchia bretone
con un cappello e un ombrello
di carta di riso e canna di bambù.
Capitani coraggiosi
furbi contrabbandieri macedoni.
Gesuiti euclidei
vestiti come dei bonzi
per entrare a corte degli imperatori
della dinastia dei Ming.
Cerco un centro di gravità permanente
che non mi faccia mai cambiare idea
sulle cose sulla genteavrei bisogno di...
Over and over again.
Per le strade di Pechino erano giorni di maggio
tra noi si scherzava a raccogliere ortiche.
Non sopporto i cori russi
la musica finto rock la new wave italiana
il free jazz punk inglese.
Neanche la nera africana.
Cerco un centro di gravità permanente...
Over and over again
you are a woman in love baby
come into my life
baby I need your love
I want your love
over and over again

Sunday, July 16, 2006

Aria fresca

Certi treni li devi prendere al volo. Non perché poi non passano più, ma perché altrimenti ti rovini la giornata appresso alla legittimità del titolo di viaggio, e sfugge la spiaggia. Il controllore ha evidentemente fatto il militare a cuneo, mi parla delle sue difficoltà ad andare al mare, e allora sì, siamo sulla stessa lunghezza d’onda. A buon rendere, a te o chi per te.
Lì dove il mare luccica, non è solo il golfo di surriento, ma pure l’argentario, altrimenti non lo chiamavano così. Fai splash. Me sò scordato tutto lunedimartedimercoledigiovedivenerdì. Questo tempo sfugge, è scritto sulla pelle. Facciamole prendere almeno un po’ di sole alla pelle allora.
E poi c’è il miracolo del campeggio. Siccome s’assomigliano tutti, non ti puoi distrare un attimo che ti rimangono solo l’alberi, le tende e il bar dove prendere il gin tonic e comprare le sigarette. E la consapevolezza della presenza del mare. Ma potresti essere ovunque. Anzi sembra che c’eri già pure ieri. E che non e ne andrai domani.
Bisogna metterci dentro tutto, ma coi tempi giusti, se c’è da fermarsi in un bar degli anni cinquanta proprio al centro del nulla, ti ci fermi, se ci fosse Ninetto Davoli davanti al juke box, non lo troveresti strano. Poi puoi riprendere, perderti, ritrovarti, mangiare la frutta, luccicare dagli occhi, bagnare i piedi in un ruscello e non per questo trascurare che Sovana e Pitigliano sono dentro della speciale superclassificashow di qualche ente autonomo della Michelin dove si dice quali sono i borghi più belli d’italia, che si può anche mangiare il gelato lì. E ritornarci magari ancora e ancora. Magari con la scusa di qualche sagra dove al popolo viene restituito il pesce a prezzi di noi brava gente che fa follie s’innamora con gnente vita di sempre ma in mente grandi idee.
Stasera, l’aria è fresca.

(questa è una canzone di Goran Kuzminac, altro “sfigato” cantautore degli anni 70. E’ bellissima, “nella sua semplicità”…si suole dire. Se qualcuno legge ste righe e se la vòle sentì, magari poi mi dica che ne pensa)


Stasera l'aria e' fresca

potrebbero venirmi dei pensieri,

piu' dolci del vino che bevi

piu' chiari delle tue risposte

Paola aveva un'amica

speranza sopra di lei

e i passi del suo amante

non fanno molto rumore

Stasera l'aria e' fresca

potrebbero venirmi dei pensieri,

piu' dolci del vino che bevi

piu' chiari delle tue risposte

Non pensava alla rivoluzione,

non aveva molti problemi

e la sua casa era grande

per una persona sola

Stasera l'aria e' fresca

potrebbero venirmi dei pensieri,

piu' dolci del vino che bevi

piu' chiari delle tue risposte

Ma sui fotoromanzi le storie

finiscono sempre bene e forse

anche il tuo uomo ritornera' gentile

Stasera l'aria e' fresca

potrebbero venirmi dei pensieri,

piu' dolci del vino che bevi

piu' chiari delle tue risposte




Friday, July 14, 2006

garibaldi vs. napoleone


Ti ricordi, Michel dei nostri pantaloni corti, delle tue gambe lunghe magre e forti e della rabbia che mi davano correndo tutti i giorni un po' più svelte delle mie.
Ti ricordi, Michel dei nostri soldatini morti, nella difesa eroica dei bastioni e seppelliti in una siepe con onori militari inventati lì per lì.
Ti ricordi, Michel del banco nero in terza fila, che ascoltò tutte le risate, di due bambini che vivevano in un sogno che non si ripeterà.

Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.

Ti ricordi, Michel che a me piaceva Garibaldi, ma tu dicevi che era un buffone e che senz'altro non poteva sostenere il confronto con il tuo Napoleone.
Ti ricordi, Michel di come ti prendevo in giro, per l'erre moscia che ti era rimasta, solo ricordo della Francia e della tua prima casa, dei tuoi amici di lassù.
Ti ricordi, Michel di come era esclusiva la tenerezza che ci univa, e accompagno la nostra infanzia fino ai giorni della nuova realtà.

Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.

Ti ricordi, Michel di come a me dispiaceva, quando parlavi sempre di ragazze e delle voglie che avevi con due occhi un po' sottili che non conoscevo più.
Ti ricordi, Michel di quando i mei capelli corti, ti davano fastidio e dicevi, che se non la piantavo di fare il bambino tu con me non ci saresti uscito più.
Ti ricordi, Michel quel giorno che facemmo a pugni tornando a casa dalla scuola, con la cartella appogiata a una colonna a due passi dal paltò
.
Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.

Ti ricordi, Michel il giorno che morì tua madre, che tu piangevi tanto che anche il cane che ti voleva così bene non aveva il coraggio di avvicinarsi un po'.
Ti ricordi, Michel che tristi erano quei giorni, io non sapevo proprio cosa dirti e che confusione avevo in testa e che stupore sul tuo viso e che voglia di partir.
Ti ricordi, Michel quei due saluti alla stazione e i lacrimoni venir giù, quando la macchina comincia a far pressione tu dovesti salir su.
Ti ricordi, Michel che fretta che avevano tutti, far partire la vettura, mentre lento il tuo vagone se ne andava ritornava la paura.

Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.

I ricordi sono messi nell’uovo della memoria coi luoghi e le persone, dentro ci sono posti che sono stati asfaltati, alberi che sono cresciuti, i nascondigli che poi ti sei perso, gli sfondi dei cambi stagione. E le facce a carrellata, nella memoria sò tutti più giovani e mica me te posso ricordà già vecchio e cadente. Se l’infinito fosse memoria, mi ci potrei anche divertire, a navigare nel portale arcano dei ricordi in ambiente chiuso.
Ma siccome ho voglia di un’ altra carrellata e di invecchiare pur’io – ma sempre con le all star, s’intende - , nei calendari delle memorie altrui, niente pippe sull’infinito e gli arcani portali di cui ho bisogno, me li cerco qui, sotto le stelle, a cielo scoperto.
All togheter now, facciamoci le foto del prossimo calendario con l’autoscatto dell’occhi e la digitale delle mani.

Wednesday, July 12, 2006

fori fa pure freddo

poi magari un giorno capirò pure perchè condivido Califano. è tutta vita vissuta. nervi scoperti. personalismi. cazzi e fica. poraccio, un giorno lo scopriranno gli intellettuali, nè ammireranno la schiettezza e la resa testuale e lui sarà sotto quei due metri di terreno che si capisce che non ne ha voglia, perchè la vita ci si succhia sempre qualcosa come dai crostacei. pure se... se diventa un poco matti, credo sia per il vento.

ah oh, che c'e', eh?

nessuno te conosce come me

ho gia' capito tutto,

da quanno t'hanno detto che so' matto,

c'hai paura de qualche mia pazzia,

magari che de botto vada via

ma all'eta' mia, 'ndo vado?

io so' 'n guerriero che sta riposanno

dopo che ha rivortato mezzo monno

ma ormai c'ho er doppio petto e la cravatta

'ndo voi che vada vie', nun fa la matta

tu ormai pe' me sei l'ultima occasione

sei giovane, sei bella e me stai bene,

te pare poco? di', te pare poco?

nun devi ave' paura io nun gioco,

io qui sto rilassato e chi se move,

fori fa pure freddo e come piove

me 'nnamoro de te

se no che vita e'

lo faccio 'n po' pe' rabbia,

un po' pe' nu' sta solo

come sta solo 'n omo nella nebbia

perche' nun po' parla' manco cor cielo

me 'nnamoro de te

lo devo fa' pe' me

me serve 'n' emozione

come me serve er pane

'sta vorta ce la vojo mette' tutta

me devo 'nnammora'

vado de fretta

me 'nnammoro de te

se no che vita e'

sei l'urtima rimasta devi esse' quella giusta

senza sforzamme gia' te vojo

bene spero che duri 'n po' de settimane

io qui sto rilassato

e chi se move

fori fa' pure freddo

e come piove



poi magari un gio

Tuesday, July 11, 2006

Hey mr. manu... say something good to me

Manu Chao rivisto per la quarta volta.
Forse il meno intenso dei quattro suoi concerti che ho visto, troppo breve, troppo lontano.
ma comunque un grande.
mò nun ciòttempo
ma spargendo un pò di note:
-energico come i manonegra, diffonde la sua "mescla" di chitarra basso e batteria come legnate vibranti, su cui s'innestano suoni sporadici, ritornelli e richiami.
Lui mistico e sudista si porta dentro un pò di marley e un pò di clash e naturalmànt molto di suo.
Allarga le braccia e celebra. Quei pezzi che un milione di volte si sono consumati nei viaggi, nelle stanze, sulle ramblas.
Un pò invecchiato, inizia a somigliare un pò a keith richards degli stones.
Un'emozione ogni volta, mister Manu.

Hoy día luna día pena

Hoy me levanto sin razón

Hoy me levanto y no quiero

Hoy día luna día pena

Hoy día luna día pena

Hoy me levanto sin razón

Hoy me levanto y no veo

Por ahí cualquiera solución...

Arriba la luna Ohea...

Hoy día luna día pena

Hoy me levanto sin razón

Hoy me levanto y no quiero

Hoy día luna día muero...

Arriba la luna Ohea...


Monday, July 10, 2006

CAMPIONI DEL MONDO. l'Italia non la Francia.


POOO'pòppòppòPOPO'ppòòòòò

Sono mani italiane quelle che alzano la Coppa del Mondo.
E hanno vinto tuttinsieme. Emozionaaante!!!

Meritata.

Ho rischiato di non vederla e di restare sulla pontina.ma l'ho vista.

Quando Treseghè è andato sul dischetto non ci ho visto più.
Ho capito in un attimo che sarebbe stata la vendetta perfetta.
Ho puntato le corna al televisore e ho invocato ad alta voce la TRAVERSA.

Ancora godo.

I galletti boriosi hanno perso ai rigori. E questo vendica il mondiale del 98.
E ha sbagliato Treseghè, così chiudiamo i conti con l'europeo del 2000.

Ciao parveniù del calcio.
Ciao zinedìnzidàn. nun se vedemo più. se salutamo adesso.

nessun brano, solo una citazione della Bandabardòt...

CONTRO
ogni occasione persa i calci di rigore
SULLA TRAVERSA

e stavolta non l'ha presa Di Biagio la traversa.
andatevela a pijà 'nder culo barthez, zidane e compagnia NON cantante (POOO'pòppòppòPOPO'ppòòòòò)

voi e tutta la francia


Thursday, July 06, 2006

cardiologia estiva

Non voglio scendere.

Non voglio scendere da questa estate che si riempie sotto ar sole. E fuori sento i fuochi d’artificio di non so che festa che stanno facendo all’aperto, ci sarà gente che alza la testa e guarda in alto, con le canotte, le spalle scoperte, i vestiti di cotone. Le file a trastevere per la grattachecca alla liquirizia, i concerti all’aperto, la voglia di fare tardi, le ore sottratte al sonno, la finale dei mondiali, chè questo è un anno ogni quattro e i crucchi boicottano la pizza e manco ci fanno gli gnocchi con le loro kartoffen. Pòò po po ppò po Po’ pòòòò.

Li aspetto tutti e li vorrei vedere uno appresso all’altro sti concerti, ferretti, fossati, manu chao, il banco, de gregori, califano una sera dopo l’altra e i pochi e pochi soldi sputtanati in assoluta allegria, senza ansie da rincaro di bollette benzina e generi alimentari di prima necessità. Di prima necessità ora c’è solo il gin tonic, un soffio di vento fresco e i suddetti ferretti, i succitati fossati, il menzionato battiato.
Il week end a cercare il mare, la prospettiva delle vacanze, che non mi inculo nessuno e nessuno m’inculerà, ciao belli, nave macchina sandali e manco una cartolina.
E tutto quel sudore da versare sulle lenzuola.
Come cazzo si fa ad amare piuttosto i maglioni di lana pesante e le gocce dal naso… luglio è un fuoco violento sui prati, agosto sospeso nell’anno, lontanissimo da natale e dai torbidi dell’autunno o dai fuochi fatui di aprile, settembre abbassa i cieli, ma speriamo lo faccia lentamente, perché non si sente l’esigenza di avere fretta, nei tempi morti leggiamo libri e ci strafoghiamo di gelati al pistacchio e stiamo bene così, nel bel mezzo della luce con le ombre lunghe sul bianco delle case o con le notti stellate, che se vai ad un concerto ad Ostia Antica risuonano tra le colonne tutta quella musica che d’inverno stava chiusa per il freddo e l’apatia nelle radio e nei cd e alzi gli occhi come se ci fossero i fuochi e ti sembra quasi che quella luna sia sempre stata lì a sentire, chessò… de gregori.

Che si gioca per vincere e non si gioca per partecipare

Chi è ferito e non cade, ma continua ad andare
A sbattersi nel buio e a farsi vedere
A sanguinare di nascosto e a pagare da bere
A goccia a goccia, ma tu guarda, il mio cuore mangiato
L’amore ha sempre fame, non l’avevi notato
E dice sempre con disinvoltura
Senza paura dice: “mai”, senza paura mai.
Che si veste di bianco per scandalizzare
E compra rose a dozzine
E fa curvare i pianeti e fa piegare le schiene
Che si gioca per vincere e chi vince è perduto
Con una chiave ed un numero in mano
Tutta la notte aspettare un saluto
E a pensare: “ti amo”
Chi raccoglie conchiglie dopo la mareggiata
E il cielo è ancora scuro, ma la notte è passata
E macina la sabbia dentro i mulini a vento
E che non ha mai fretta e che non ha mai tempo
E poi l’amore indecente, che si lascia guardare
L’amore prepotente che si deve fare
E gli amori ormai passati e ancora vivi nella mente
Chè dell’amore non si butta niente




Tuesday, July 04, 2006

querida presencia

mi convinsi studiando una tesi di E. Fromm, che in molti hanno bisogno di un'identificazione politica forte, per dare sostanza (spesso autoritaria più che autorevole) alla propria personalità. Una stampella ideologica per l'io, insomma.Che poi un percorso culturale e sociale ti porti da una parte piuttosto che dall'altro, è un fatto di vissuto personale, senza scorciatoie simboliche.
Per questo non ho più avuto simpatia per i segni d'appartenenza, come le magliette con la foto di Che Guevara.
Salvo poi prendermela a Cuba, dopo averne visto qualcosa in più della vita&opere&missioni - sicuramente non omissioni.

sarà che oggi mi sta passando per la mente spesso,
ma fatto tutto sto premessone di cui sopra, oggi a questa canzone penso.


Aprendimos a quererte
desde la histórica altura
donde el sol de tu bravura l
e puso un cerco a la muerte.
Aquí se queda la clara,

la entrañable transparencia,
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.
Tu mano gloriosa y fuerte

sobre la historia dispara
cuando todo Santa Clara
se despierta para verte.
Aquí se queda la clara,

la entrañable transparencia,
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.
Vienes quemando la brisa

con soles de primavera
para plantar la bandera
con la luz de tu sonrisa.
Aquí se queda la clara,

la entrañable transparencia,
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.
Tu amor revolucionario

te conduce a nueva empresa
donde esperan la firmeza
de tu brazo libertario.
Aquí se queda la clara,

la entrañable transparencia,
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.
Seguiremos adelante

como junto a ti seguimos
y con Fidel te decimos:
hasta siempre Comandante.
Aquí se queda la clara,

la entrañable transparencia,
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

(Carlos Puebla, 1965)

Monday, July 03, 2006

brutti, sporchi e cattivi

brutti , sporchi e cattivi è un film di ettore scola, sempre sia lodato, sulla vita disperata dei baraccati della periferia romana. Non ai tempi dell'Impero, ma giusto un paio di generazioni fa.
Poi le baracche le hanno abbattute e ci hanno fatto case per tutti.

Oggi, un locale di 15 metri quadri uso ufficio lo affittano a 350 euri al mese. Un sottoscala, dove se sputi a nord bagni le pareti a sud. Nei cimiteri di campagna ci sono cappelle più grandi.
Un appartamento lo affittano invece a metri, alla pala come la pizza. Prendi una stanza, con altri due tre inquilini, e spendi 500 euri, col bagno a cottimo e la cucina alla volemose bene.
I monolocali li paghi col sangue.
Puoi sempre comprare, così non butti i soldi, 35 anni schiavi di una banca e l'angoscia di non perdere il lavoro.
Mi capita spesso di alzare gli occhi su file di palazzi, pensare quanta gente ci vive dentro e detestarli tutti mentre mi chiedo come hanno fatto ad insediarsi là.
Eppure lavoro tutti i giorni.
Di fronte la mia vecchia casa ci sono i famigerati "ponti" del laurentino 38.
gran parte degli appartamenti erano occupati e senon ci lasciavi un vecchietto dentro quando uscivi, ti trovavi la porta abbattuta e l'appartamento sequestrato. Oggi ne hanno la proprietà e se le vendono ci fanno una buona cifra. Hanno fatto bene ad occuparle, quindi.

Le baracche non è che siano poi così lontane.

ps.. sto cazzo de blogspot lo odio ogni giorno di più, mò manco le immagini mi carica...

Sogno un cimitero di campagna e io là
all'ombra di un ciliegio in fiore senza età
per riposare un poco 2 o 300 anni
giusto per capir di più e placar gli affanni
Sogno al mio risveglio di trovarti accanto
intatta con le stesse mutandine rosa
non più bandiera di un vivissimo tormento
ma solo l'ornamento di una bella sposa
Ma che colore ha una giornata uggiosa
ma che sapore ha una vita mal spesa
Ma che colore ha una giornata uggiosa
ma che sapore ha una vita mal spesa
Sogno di abbracciare un amico vero
che non voglia vendicarsi su di me di un suo momento amaro
e gente giusta che rifiuti d'esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda
Ma che colore ha una giornata uggiosa
ma che sapore ha una vita mal spesa
Ma che colore ha una giornata uggiosa
ma che sapore ha una vita mal spesa
Sogno il mio paese infine dignitoso
e un fiume con i pesci vivi a un'ora dalla casa
di non sognare la Nuovissima Zelanda
Per fuggire via da te Brianza velenosa
Ma che colore ha una giornata uggiosa
ma che sapore ha una vita mal spesa

Sunday, July 02, 2006

Leonard Cohen, la tangente all’asse X e la pelle.


Quando sparecchi levi tutto dalla tavola, sgrulli la tovaglia e crei il vuoto.
Così dopo Leonard Cohen.
So bbòni tutti a mette le ballate lente nei dischi,come gli Europe che alla terza canzone piazzavano “Carrie” (things they ch’ange my friend, uo-òòò) … perché poi ai concerti il pubblico accendono le fiammelle, si crea la commozione collettiva, l’effetto “in peace with all the rest of the mond”, l’autoradio di notte, il down lucido dello smaltimento chimico, e siamo tutti fratelli, e vogliamo tutti la pace nel mondo, e l’amore è dietro l’angolo che ci aspetta con una collana di fiori.
E invece no.
Restano tutti stronzi come prima, dai tempo al tempo e una pacca sulle spalle e via. Ti puoi tenere gli uniposca con cui hai sottolineato la luce rossa dei coralli. Come l’inghilterra e il Portogallo si scambiano i panni col vino, così il libero scambio si consuma in un paio di convenienze e poi ognuno i cazzi suoi. Lambiscono senza pietà, come una tangente che si incontra con l'asse x in un punto detto omega”, ma tu stai pensando ad altro.
Leonard Cohen invece entra con una profondità speciale, dalla prima nota, con la prima intonazione, ritorna come un’idea primordiale, non è un tatuaggio che passa di moda , è proprio la pelle. T’invecchia addosso ed è sempre tua. E ti piace sempre, mica ti abitui, anche quando hai altro da fare.



If you want a lover
I'll do anything you ask me to
And if you want another kind of love
I'll wear a mask for you
If you want a partner
Take my hand
Or if you want to strike me down in anger
Here I stand
I'm your man
If you want a boxer
I will step into the ring for you
And if you want a doctor
I'll examine every inch of you
If you want a driver Climb inside
Or if you want to take me for a ride
You know you can
I'm your man
Ah, the moon's too bright
The chain's too tight
The beast won't go to sleep
I've been running through
these promises to you
That I made and I could not keep
Ah but a man never got a woman back
Not by begging on his knees
Or I'd crawl to you baby
And I'd fall at your feet
And I'd howl at your beauty
Like a dog in heat
And I'd claw at your heart
And I'd tear at your sheet
I'd say please, please I'm your man
And if you've got to sleep
A moment on the road
I will steer for you
And if you want to work the street alone
I'll disappear for you
If you want a father for your child
Or only want to walk with me a while
Across the sand I'm your man If you want a lover
I'll do anything you ask me to
And if you want another kind of love
I'll wear a mask for you