Tuesday, March 27, 2007

sedimentando fiorinfiorello e pìnflòi


Enrico Dadove ehmm...

Eric Fromm, sosteneva che per un meccanismo psicologico di necessità in molti s’avvicinassero a teorie politiche autoritarie al fine di rafforzare la propria personalità, aderendovici più per necessità personale che per percorso individuale.

Questo detto in sintesi, anche perché in analisi non ci sono mai andato né saprei scrivere di più.
Trasferiamo il principio sul molteplice quotidiano de noantri …sedimentando sedimentando, mettiamo gli strapuntini, fissiamo i paletti, aderiamo a dei principi per nutrire quest’ego esposto alle intemperie, mastichiamo assolutismi col conforto di superesperti accreditati agli albi, abbattiamo relativismi incastrando prove provate e procedendo per contrarietà (ma bisognerebbe saper scegliere per tempo)
Ne vien fuori una dispensa stipata di miti fondanti,

un antipluralismo permaloso e schivo,

poco incline al confronto d’esperienze, alla riflessione sull’evoluzione altrui, al caleidoscopio di frammenti vissuti, in favore di scorciatoie mentali di facile accesso, con valore aggiunto di contrassegni premianti per l’originalità.

E piccole certezze che andrebbero seppellite da una risata.


- se non conosci il lato B del primo album dei Camper van Beethoven non sei degno del regno dei cieli


- il mondo inizia coi Pìnflòid e con loro finirà


- il fatto di non ascoltare Laura Pausini mi distanzia automaticamente dal Male e fa di me una persona evoluta e culturale, direi fondamentalmente un esteta


- qualora tu dissenti da me, io non ti parlo più perché son persona di carattere e senza i famosi peli sulla lingua


- nessuno di quanti conosco quand’è in vacanza si comporta da turista italiano tipico. Ma allora sti turisti italiani chi cazzo so?


- odio il buonismo. Mi appiattisco meglio sul cattivismo. Ma anche viceversa.

Nonna, e come Lei molte persone che erano nate nelle campagne del Sud, avevano tutt’altri pensieri che i pìnflòid dalla mattina alla sera, interferenze tipo lavorare duro allevare figli frequentare persone&comari lavare i panni sporchi in famiglia sopportare acciacchi direfarebaciare, lettere e testamenti…
Però le piaceva cantare,aveva una bellissima voce ed era intonata come un usignolo, mentre girava il ragù la domenica mattina e la luce filtrava dalle finestre…non cantava mica i pìnflòi… per lei la musica era questa ed era importante essere intonati.

Vojo cantà così
Mentre aspetto sugo e i pìnfloi.


Nun je da retta Roma

Che t’hanno coionato


Sto morto a pennolone


È morto suicidato


Se invece poi te dicheno


Che un morto sé ammazzato


Allora è segno certo


Che l’hanno assassinato


Voio canta così fior de grano


Che fai nun me risponni


Me canti no stornello


Lo vedi chi è er padron


Insorgi via er cortello


Voio canta così fiorin fiorello


Annamo daje Roma


Chi se fa pecorone


Er lupo se lo magna


Abbasta uno scossone


Voio canta così
fior de Limone …


E’ inutile che provochi


A me nun me ce freghi


La gatta presciolosa


Fece li figli cechi


Sei troppo sbaraglione


Co te nun me ce metto


Io batto n’artra strada


Io ciò pazienza aspetto


Voio canta così fior de rughetto

Tuesday, March 20, 2007

parigi rianimata da un bacio


Premesso i vari ìmpulsi declaranti a me i francesi me stanno antipatici, la puzza sotto il naso, la mamma di zidane e tutti i primi rifelssi obbligati da martelletto sul ginocchio alla parola Francia e limitofi,

Due Assiomi recuperati sul campo:
1) Parigi è superiore per una questione di civiltà metropolitana.
I consoli capitolini se possono inventà l'anima de li meglio mortacci loro, bloccare il traffico il weekend, imporre targhe alterne, bus navetta e similerie cantanti, ma quindici linee di Metro sono e restano l'unico parametro di definizione della civiltà per una metropoli. Tutto il resto è aria fritta. Non c'è traffico a Parigi. Da una parte all'altra della città ci vai in venti minuti, seduto, con un euro e trenta.
Questo fa la differenza, cambia era, avanza la frontiera del vivere civile.
Altro che chiacchiere.
2) l'europa unita non la fa schengen, maastricht, l'euro, l'inglese o le direttive della Commissione Europea. La fa la Ryan Air. Altrimenti sò bboni tutti a dì "siamo entrati in europa" e in realtà stanno a casa a vedè le strappone su canale cinque perchè oltre non possono permettersi.

Ciò detto, lascio liberamente sfuse una discreta quantità di note.

- partire la sera da roma e svegliarsi la mattina a parigi con la colazione a letto.
Per tutto il resto c'è mastercard.

- ai giardini del lussemburgo la gioventù francese ancora giocano a pallone coi giubbotti per terra a fare le porte. Forse per questo se sò imparati negli ultimi quindici anni. I pensionati giocano a tennis e qualcun altro fa Pilates, che per un over cinquanta, ma pure per me, dev'esse na mano santa.

- le vetrate di notre dame restituiscono luce agli occhi.
E i diavoletti appizzati in cima corollano le guglie e posano per le foto, in attesa forse di svegliarsi un giorno e catapultarsi sull'apocalisse.

- facevano bene i Negrettes Vertes a cantare dell'Homme de Marais. Soprattutto ci stava bene la fisarmonica tra le vie e le piazze del quartiere.

- è estremamente evidente, trovandosi tra gli artisti di Mont Martre che non saper disegnare è un peccato mortale, Dante doveva prevedere un girone apposito.

- intorno a Mont Martre c'è Harlem. E le tv locali mandano video hippoppe e simili. Miles Davis, Jhon Coltrane e la Motown sono un ricordo di oh bell'età dell'oro. L'idea è che attorno agli arrondimenti principali, il resto resta lumpen&suburbia, destinato ad ingollarsi tutti i precipitati superflui locali e d'importazione.

- sarà solo un traliccio ma io lassù non c'ero mai stato e ritrovarsi ad un'altezza panoramica dai buolevard e dalle arterie metropolitane, è un pò più intenso che sorvolare il tutto con google earth. Non son solito salire sui tetti e invece vedere dall' alto è... angelico. Attenzione a non spingere involontariamente la gente di sotto. E non sputare.

- il Louvre rianima le sinapsi, stimola cerebralmente, lascia curiosità irrisolte. Epperò...Troppa arte affiancata. Finisce che un Mantegna più uno in meno mica li posso vedè tutti e in fondo Paolo Uccello era un minore.

Ah, la Gioconda è bellissima. E secondo me sta in piedi.
Chiariamo pure che le sale più visitate son quelle della pittura italiana mentre il grosso della restante quadreria del terzo piano ci trovi giusto qualche studente che fa la tesi, alcuni turisti in fuga dalla visita guidata di gruppo e qualcuno che cercava il bagno. Aivoja a spigne glorie locali e dedicare sale a Fragonardi vari... fatto sta che se voglio me lo compro su telelefante un quadro di Fragonard...e mi danno pure in omaggio uno di quelle "grandi tele" che riempiano ste sale del terzo piano e che sembrano commissionate da autoconcessionarie di recente apertura in cerca di scenari per allodole.

- gli sciansi elisi presentano una quantità di buste camminanti provenienti dal megastore della Virgin. E anche delle buone Croissanterìe. Faranno pure i dolci col burro, ma sò bravi i francesi, a farcire con cacao, coi pistacchi, con le amande e zuccheri velati. Resta solo un pò sfuggente il Gattò di Ciocolato.
- A Saint Michel i negozi di cd e fumetti con sottofondo di pixies e violent femmes son gli stessi dall'89. Magari con meno vinili... E dietro l'angelo della piazza non c'è più la scritta w conan. Ma alla fine la faccia è sempre quella.
- la cucina francese merita gratitudine e accortezza d'indagine. Intenso uso delle salse, ricerca di abbinamenti, cotture misurate. Decisamente complementare con la nostra, robustamente tradizionale e collaudata.La barbaria anglosassone non sfonda la Maginot alimentare.

- i formaggi, i patè, i dentifrici, i cioccolatini, i burri cacai, i salami al rochefort... non passano al metal detector, occorre avere un piano B già in capa per ficcarli tutti di corsa in una valigia e imbarcarli nella stiva.

- In un week-end, mezza ne resta fuori, e con tutto ciò... a Parigi si possono passare alcuni giorni tra i più belli di tutti, scusate se è poco...




POCHI MINUTI ALL’ALBAI GATTI VANNO VIA
E’ L’ORA IN CUI SI SENTE NOSTALGIA
E VEDO I PICCOLI CAFFE’ SVEGLIARSI SUI BOULEVARDS
LA SENNA CHE ACCAREZZA LA CITTA’
IL CUORE E’ QUASI FERMO E NON RESPIRO PIU’
UNA PUTTANA RIDE E NOI BONJOUR
CI AVVICINIAMO IN FRETTA
MA LEI E’ GIA’ ANDATA VIA
PARIGI E’ SOLAMENTE UNA BUGIA
LE BANCARELLE PIENE DI QUADRI DI NAIF
E TANTI VETRI FALSI DI LALIQUE
E GUARDA I DISCHI VECCHI CI SONO PURE I TUOI
TE LI REGALO TUTTI SE LI VUOI
MA COSA PENSI AI DISCHI
PENSIAMO INVECE A LEI
IO METTEREI IL SUO CULO TRA I TROFEI
UN CULO BIANCO E TONDO CHE NON FINIVA MAI
MEGLIO DEI PARADISI DI VERSAILLES
E TU PARIGI SOTTO LE LENZUOLA
TU PARIGI CON LE GAMBE APERTE
LA LIBERTA’ PASSA DI LA’
PARIGI VUOLE DIRE AMORE
E MI DOMANDO ANCORA
L’AMORE CHE COS’E’
SPESSO SOGNO UNA DONNA
CHE NON C’E’
E CERCO LE SUE LABBRA
CHE CERCANO LE MIE
MA MI RISVEGLIO SONO FANTASIE
TU FORSE CERCHI TROPPO
L’AMORE E L’UTOPIA
MA L’IMPORTANTE E’ UNA CHE CI STIA
CON TUTTI I SUOI CASINI
E TUTTE LE MANIE
L’AMORE SONO SOLO LE BUGIE
E TU PARIGI SOTTO LE LENZUOLA
TU PARIGI CON LE GAMBE APERTE
LA LIBERTA’ PASSA DI LA’
PARIGI VUOLE DIRE AMORE
TU PARIGI SOTTO LE LENZUOLA
TU PARIGI CON LE GAMBE APERTE
LA LIBERTA’ PASSA DI LA’
PARIGI VUOLE DIRE AMORE
TU PARIGI SOTTO LE LENZUOLA
TU PARIGI CON LE GAMBE APERTE
LA LIBERTA’ PASSA DI LA’
PARIGI VUOLE DIRE AMORE




Thursday, March 15, 2007

aspettando la mongolfiera



Bogiùùr…
Nòions vulevam savuàr…
la direziòn por andè a le Musè.. le Musè..Lùvr, quell que dèntr ci sta la Giocònd…che ce l’avèt pur inguattàt ma laissez faire, c’addavenì Buffòn…

Comme les garcons de allònsanfàn de platinì, salimm ngòp al lu tralicc plus famòs du monde: le tralicc eiffèl!! Cà sòtt ci sta lu trocaderò! (alla maisòn de mì genitòr hanno interrè le tralicces, stat’v accuòrt qua si ve lo fann pur a voyos, va ruvinano lo skylàin…)

E ”le degiunèr sur l’erb?” … oh l’appeal dell’Impressionismo al Què Dorsè… tregiulì, tregiulì, quant’è bell… Monet, Manet, Munet, Sciagàll, Tiganà…Materazzi coup de test…gòòòòlll…ahem
Recuperiamo lo Charme.

Gli Scianselisè ! Appicc’e’llights, o mondiè e parblè! E tutt le grand boulevard! La Grandeur del France en todo su splendòr, da la Revoluziòn a Ciàrl De Gòl !

La merènd a la bulangerì con la baghèt o le chiòsque con la crepes, saint michèl – il quartiere latèn que tièn tutt le librerì que da enfant gli rubèè le fumètt de tintin e metal hurlant...ancòr m’aspèttan comme a Godot - monparnàs, le marè - comm’la cansòn de les negrettes vertes, quant’era bèll !), place Vendòm e place de la Concòrd…e Notre Dame! Notre Dame, lung la Senna que andàv lent lent…gè tèm ( muà nonplù – ma che vordì? )

E le Sacr Cuòr a Monmàtr (che pare la chiesa di san pietro e paolo all’eur..ma nun se po’ dì, altrimenti pure viale europa dall’alto pare i campi elisi). L’Ostrìque in mièz a la vìe! Pittòr! Pittòr!? Pittòr ti voglio parlè, fai il ritratto pur’ammè?

Oh lallà…què m’aggio dimentiquè?
La vìe en rose al cafè chantant, ndò passò pùr la Star di Tulùs La Trèk ?

Allè la Franz,
que bellill que est!
Se Parigi ciavess’lu màr…ahhh…
non sembrerebbe più una piccola eur

Farò il turista nient’altro che il turista,

turista di luoghi comuni e tipici,

perché Parigi è una mongolfiera

e sti cazzi della scienza pura.

Notte di tabacco e tanghi

Notti di ascensori e pianti

Notti fatte di inseguimenti

Sulle scale i miei passi nudi

E sulla strada come un bambino

Come sempre ti consolavo

Qualche volta scappavi via

Come sempre soffrivi ancora e "pronto sono io"

Era un uomo così, ma con delle possibilità

Era un uomo così, ma con delle possibilità

lo so io

L'unico viaggio che scegliemmo insieme

Un tormento che sognammo allora

Il tuo amico ed i suoi occhi inquieti

Sopra i miei e tu che non lo vedi

Perché Parigi è una mongolfiera

E tu la vivi come scienza pura

Tu dirigibile per te è una gara

Nell'albergo per il cielo tu

il mio amore trascuravi

Era un uomo così, ma con delle possibilità

Era un uomo così, ma con delle possibilità

lo so io

Era un uomo così,

ma con delle possibilità

Notti di tabacco e tanghi

Notti di ascensori e pianti

Sul nostro letto i miei tradimenti

Messi apposta solo per salvarti

Ma Parigi è una mongolfiera

E tu la vivi come scienza pura

Tu dirigibile per te è una gara

Nell'albergo per il cielo

tu il mio amore trascuravi

Era un uomo così, ma con delle possibilità

Era un uomo così, ma con delle possibilità

lo so io

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Tuesday, March 13, 2007

Monnalisergic Ivan Dream


La fanno lisciagassataferrarelle, la fanno freakkettona, la fanno protagonista delle chiavi di violino per interpretare la partitura dell’eterno e dei misteri sacrograalici retrostanti lobby massoniche tramandate esotericamente nei secoli dei secoli attraverso gli highlander, i tracciati delle rondini, i fondi di caffè e i fondi fondenti fondeppì...

Forse era incinta, per questo sorrideva.

Forse non aveva un cazzo da ridere e sorride di circostanza

Forse alle sue spalle già s’intravede l’America, con buona pace di Colombo.
Forse val bene una messa.

Forse davvero ci piace di più.

Deputati che oggigiorno s’incatenano per opporsi all’espatrio di altre opere come Lei, mostrano limiti di prospettiva… oggi mi presti quei quadri tu a me, domani ti presto quell’altri io a te…se mi dai uno chagall ti do un tintoretto, poi me li ridai e ci scambiamo un rubens con un caravaggio… come non hai mai esposto un wharol? E dai, ti do un paio di Modigliani e un Ligabue … vòi uno schifano? checciai na sigaretta, prestame un Monèt, beccate sto De Chirico...interessa un Guttuso ancora da autenticare?


e poi dopodomani magari i francesi ci prestano a Lei...

e magari ce cascano.

...che col cazzo che te la ridiamo, puoi pure chiamà Napoleone, sguinzagliare il Corpo Capoccianti Zidane o fare la Rivoluzione… noi la mettiamo agli Uffizi e piuttosto vi rimandiamo il Papa… lo volete il Pastore Tedesco, che lo mettete nella splendida cornice di Avignone, ci mettete pure la Bellucci che tra demonio e santità è lo stesso, basta che ci sia posto?
Fate pure i scioperi, che voi sì, quando li fate… al massimo vi rimandiamo un paio di Mutandari e concediamo una turnè estiva di Giammarìa Testa.


Che... se tra qualche giorno la vedrò lì di fronte a me, nel bel mezzo del Louvre, son sicuro che penserò ad IvanGraziani e allora…


ahò, non so stato io!

guardate pure in tutte le mie casse di patate...


Sì vorrei rubarla

vorrei rubare quello che mi apparteneva

sì vorrei rubarla

e nasconderla in una cassa di patate

di patate

Il custode parigino

che spiava le bambine dell'asilo

ora ha la bocca

piena di biglietti del museo del museo

Lassù una civetta urla

ed io ancora non ho iniziato il mio lavoro ora

Monna Lisa

Monna Lisa Lisa

Monna Lisa

Monna Lisa Lisa

Monna Lisa

Monna Lisa Lisa

Monna Lisa

La scuola è una gran cosa

e soprattutto se ti insegnano ad amare

i capolavori del passato

però è un peccato che tu non li puoi vedere

né toccare

La cultura mi sorride

tra le ombre e le tende di velluto

e io sto torturando

la tela col rasoio e con le unghie

con le unghie

Il custode si lamenta

probabilmente vuole un'altra botta in testa

ora

Monna Lisa Monna Lisa

Lisa

Monna Lisa Monna Lisa

Lisa

Monna Lisa

Monna Lisa

Lisa

Monna Lisa

Di sotto stanno urlando

certamente mi dicono di uscire

il francese non l'afferro

per questo me ne sto ancora un poco qui a pensare

a pensare

Il custode si lamenta

probabilmente vuole un'altra botta in testa

ora

Monna Lisa

Monna Lisa

Lisa

Monna Lisa

Monna Lisa

Lisa

Monna Lisa

Monna Lisa

Lisa

Monna Lisa

Friday, March 09, 2007

dopoguerra dopopace e dopodopo


Vedi Mà,
il boom economico è finito d’ampezzo, come la cortina, di ferro, pure quella è finita.
Pè te era diverso, sì se partiva dalla campagna, sacrifici e viaggi in bici, però poi ve se so aperti l’orizzonti. Volevi insegnà, hai fatto la gavetta e poi hai insegnato.
Se ho capito bene, voi nati del dopoguerra avete ereditato l’appetito degli avi, siete diventati adulti prima, avete fatto i figli prima, e nel frattempo vi siete visti l’arrivo dell’elettricità in campagna, la televisione, mike buongiorno, i Beatles e i Rolling Stones, il giubbòx, Marilyn and Sofia Loren, Mastroianni e Pasolini, i frigoriferi colle cambiali, le seicento, la DC e tutto il resto è storia recente, che iniziavo ad esserci pur’io. Io che mi portavate a fare la spesa al supermercato e sceglievo le patatine col robottino di plastica dentro, tu pensa che pensieri…

Quindi, sintetizzando, il mazzotanto fino a trentanni e poi pure dopo, ma con qualche tranquillità in più.

Noi tutticcontrario.

Noi siamo nati in pace, in pace siamo cresciuti, nanetti sulle spalle dei vostri boom, a volte concedendoci le mode giovanili e l’allodola dell’elettronica, per molti non si può dire che sia mancato il companatico e il tempo delle mele, abbiamo fatto cose e conosciuto gente, e poi eccoci qua, con qualche tranquillità in meno dopo i trentanni.

Vedi Mà, noi figli non ne abbiamo ancora fatti, in linea di massima concordano tutti che prima dei trenta o giù di là no no no ma che scherzi, che poi … vabbè… pare chissà checcazzo devi fa, prima …, rispetto ai tuoi cari elettrodomestici, non ne abbiamo di più, anzi, sappi che la lavastoviglie si va estinguendo.
Non carichiamo i carrelli ai supermercati, sperimentiamo l’inaccessibilità dei formaggi veri, e adesso che è possibile andare in tutto il mondo, non ci muoviamo mai, covando revanchismi verso le agenzie di viaggio e coltivando onanismi oltreoceanici.

Ma ce la caviamo, riscaviamo l’essenziale, impariamo la raccolta differenziata dei futuri e dei caratteri (quanti che chiamo e non si san più voltare).

Vedi Mà,
ho come la sensazione che da noi potrebbe nascere quella Nuova Generazione che farà tesoro di entrambi, di me e di te, della Vostra antica appartenenza al PiccoloMond’Antico e della Nostro Futurismo Essenziale. E n
on aspettiamo più futuri che non ci somiglino, a noi e a voi.



Incontrarvi seduti sopra quel treno

tutti e quattro avevate vent'anni in meno

come in fondo ad un buco

che dà nel tempo;

e cercare incollando paura e amore

una scusa qualunque per non parlare:

se mi guardano in facciache gli racconto?
Tu eri bella e parlavi coi tuoi bambini

disegnavi sorrisi sui finestrini,

lui segnava i cavalli da giocare

e passò qualcosa di lieve,

come sole in mezzo alla neve

ed avrei voluto dirvi: "Sono io".

Dirti: "Guardali bene, che cambieranno,com'è giusto domani ti lasceranno".

Dire al piccolo: "Finchè puoi

stiamo insieme".

Dire all'uomo che fuma senza parlaare:

"Fuma piano, ti prego" e poi capire

che il futuro è già stato

e non può cambiare.

E che il tempo mi passa e mi passa sopra,

e tu entravi dicendo:

"Vuoi che ti copra,Ninni, è tardi, fa freddo, stai già dormendo?"

Ninni, Ninni, Ninni...
Ninni è stanco, Ninni ha guardato

Ninni ha pianto, Ninni ha perduto

Ninni ha amato tanto da non amare più.
Quante volte ho pensato di rinunciare

e lasciargliela lì come fosse un gioco

questa vita che è niente

ma non è poco,quanti mezzi sorrisi ai miei ritorni,

quante corse da scemo sui treni fermi

quanti che chiamo

e non si san più voltare.
Tu sei bella e mi guardi senza parlarmi,

non ti sei neanche accorta di assomigliarmi,

e non sai quanta voglia avrei di dirti

che tuo figlio non è cambiato,

era solo ma si è aspettato,

ed è sempre come lo chiamavi tu

Ninni, Ninni, Ninni...

Friday, March 02, 2007

Se Chinaglia non va al Frosinone...



Ieri a mezzanotte c’era un film coi vampiri che non si poteva neanche lontanamente vedere. Molto moderno, occhiolinescamente giovanile.
Pensavo è inutile che ci sono stati Michelangelo, i Partigiani e le Lotte per il Suffragio Universale, Rino Gaetano e la Rivoluzione Francese.

La mia prof. del ginnasio il primo giorno ci disse: Siete qui per farvi una cultura. Bene, sappiate che la cultura è un lusso.E il lusso viene dopo il necessario.
Era figlia dei suoi tempi, pertanto mentiva:
Non ho tempo, non ho soldi, non viaggio non ho figli non vado al ristorante e al cine vacci tu.
E’ tutto un lusso, la cultura la ricicli prevalentemente nei discount sovrastrutturali.

Un reality sull’invasione delle Ultra Stronzate,
in cui facciamo cheeese e salutiamo con la mano.
Questo è, ora e subito.

Ma se Chinaglia non va al Frosinone e mio fratello resta sempre figlio unico, che ci abbiamo fare col progresso, le robotiche da outlet?
Progrediamoci.

Il mio è il minimo,
è ragionevole e solidale,
sono intimamente convinto:

-un mese di vacanze forzate ogni sei di lavoro, obbligatori.
Ci siamo rottilcazzo che ogn’juorno tutt’e juorn…

Ahò,

ah stronzi!

-tetto massimo agli affitti: trecento euro ogni cento metri quadri.

Chi specula, s’ìncula gorillescamente.

-obbligo comunale di cablaggio wireless e adsl gratuita per tutti
Ma che davèro devo pagà per legge il cànone alla Rai e invece per legge non ho diritto all’accesso al web? Facciamo così: cànone 50 euri l’anno, niente più Rai e internet gratis.

Quanto sò buono!

Tutto il resto è cetriolo
altro che chiacchiere.


Mio fratello è figlio unico

perche' non ha mai trovato il coraggio di operarsi al fegato

e non ha mai pagato per fare l'amore

e non ha mai vinto un premio aziendale

e non ha mai viaggiato in seconda classe sul rapido Taranto-Ancona

e non ha mai criticato un film senza prima

prima vederlo

mio fratello e' figlio unico

perche' e' convinto che Chinaglia non puo' passare al Frosinone

perche' e convinto che nell'amaro benedettino

non sta' il segreto della felicita'

perche' e' convinto che anche chi non legge Freud puo' vivere cent'anni

perche' e' convinto che esistono ancora gli sfruttati malpagati e frustrati

mio fratello e' figlio unico sfruttato represso calpestato odiato

e ti amo Mariù


mio fratello e' figlio unico

deriso frustrato picchiato derubato

e ti amo Mariù

mio fratello e' figlio unico dimagrito declassato sottomesso disgregato

e ti amo Mariù

mio fratello e' figlio unico frustato

frustrato derubato sottomesso

e ti amo Mariù

mio fratello e' figlio unico

deriso declassato frustrato dimagrito

e ti amo Mariù

mio fratello e' figlio unico

malpagato derubato deriso disgregato

e ti amo Mariù